Come ben sanno tutti i Sardi, nel Partito democratico la guerra interna è la continuazione della politica con altri mezzi e pazienza per gli effetti collaterali che colpiscono cittadini e comunità innocenti, colpevoli solo di aver sbagliato a votare in buona fede. Il vero significato delle dimissioni del sindaco di Sassari, Nicola Sanna, alla fine, è solo questo.
Sanna, cresciuto alle “Frattocchie sassaresi” (sede storica del Pci di via Mazzini, ora casa del locale Pd), ha mangiato fin da piccolo pane e politica, facendo la sua brava gavetta in sezione fino allo sbarco nei contesti che contano: capo di gabinetto dell’assessore dell’Ambiente Morittu (giunta Soru), assessore con il sindaco Ganau, infine vittoria alle primarie ed elezione a Sindaco con una percentuale quasi bulgara del 66%. Però c’è un però. In questo percorso ha sempre rappresentato nel Pd la componente ex comunista (o come la si vuole chiamare), in netta contrapposizione ideologica ma anche umana e personale con il correntone di Ganau-Spissu che a livello regionale fa capo alla cosiddetta era Fadda-Cabras. Una contrapposizione che viene da lontano.
Nel 1995, primo anno dell’elezione diretta del sindaco, arrivò a Palazzo Ducale l’ex parlamentare Anna Sanna, esponente degli ex Pci (o meglio Ds). E lì cominciò la guerra di posizione con lei a cercare di resistere alle avances di Spissu e dei suoi amici, arrivati in Consiglio comunale con una lista civica. Ne venne fuori un mandato tribolatissimo con risultati amministrativi molto bassi; alla fine dei cinque anni la Sanna fece saltare il tavolo e spaccò il suo partito con una civica di sinistra schierandola contro il centrosinistra ufficiale e spianando la strada alla vittoria di Nanni Campus, allora senatore di Alleanza nazionale.
L’impressione è che Nicola Sanna voglia ripetere quella storia. In questi cinque anni, i suoi avversari interni gli hanno fatto ingoiare di tutto ed ha cambiato sette assessori, ma questo non basta ad assolverlo e a giustificare i risultati disastrosi della sua gestione: Sassari è una città in crisi profonda piena di progetti incompiuti, su tutti la nuova stazione dei bus ferma dal 2004, e di cose scritte sull’acqua, come l’idea di realizzare una residenza universitaria nella sede storica della Brigata Sassari, per non parlare delle piste ciclabili che hanno fatto impazzire la circolazione senza richiamare su quel tracciato un solo ciclista. Questa è tutta farina del sacco di Sanna che i Sassaresi non gli hanno perdonato. Ora potrebbe succedere che il duello all’ultimo sangue l’ex Sindaco lo combatterà contro il suo (ex) partito, con Campus ancora spettatore molto interessato ed i 5Stelle in corsa solitaria ma fuori gara.
SardoSono
(sardegna.admaioramedia.it)