Con questo entra-esci di Pigliaru ed altri dalla Procura della Repubblica, la magistratura cagliaritana sta provando a 'scrivere', ovviamente coi suoi ‘mezzi’, una pagina piuttosto opaca della politica sarda targata Pd. Quella della connection, appunto, fra Partito, Banco di Sardegna, Fondazione e uomini e donne di tutta la Sardegna che ruotano attorno al correntone che governa la maggioranza dem. Correntone di cui non fanno parte renziani e nemmeno personaggi ‘diversamente’ renziani o di seconda generazione.
Tutta roba del passato, insomma, un arrocco che magari non avrà rilevanza penale (anche se, per le questioni aziendali, Soru è piuttosto svelto di mano e di cervello), ma proietta sulle politica e sulle tante Istituzioni coinvolte un'ombra negativa. Un arrocco, oltretutto, che va in direzione completamente opposta a quella impressa da Renzi a certe vicende bancarie, dalla quotazione in borsa delle ex Popolari, che prima o poi arriverà al progressivo disimpegno delle Fondazioni dal patrimonio delle banche.
In Sardegna pare proprio che non ci sia verso di cambiare verso e, alla fine, anche questo finisce per indebolire un renziano ‘puro’ come Pigliaru e di fare il gioco dei suoi avversari interni come Soru. Il guaio è che l'Isola ha problemi molto ma molto diversi da quelli delle correnti del Pd.
SardoSono
(admaioramedia.it)