Cosa poteva venir fuori da due come Renato Soru e Francesco Pigliaru che si sopportano a malapena ed hanno due visioni opposte della politica e della Sardegna?
Niente, nemmeno un'idea, un progetto, una priorità, una risposta alla crisi drammatica della Regione. Solo la politica peggiore dei rimpasti, delle staffette e delle verifiche che, ad appena un anno dalla vittoria elettorale, addensano nubi nerissime sul futuro dell'Isola. Prepariamoci a finire il 2015 con un segno meno in tutte le caselle.
Adesso gli uffici degli assessorati si popoleranno di ‘dead men walking’, assessori morti che camminano in attesa della chiamata dell'ultimo giorno. Poi ci sono le elezioni e il post elezioni e poi ancora l'estate e a seguire le scadenze di fine anno. Arriveranno i politici dopo i tecnici?
I Sardi non se accorgeranno perché il problema non e' (solo) quello, ma la mancanza di un progetto comune per la Sardegna in grado di impegnare tutto il centrosinistra. Un progetto che non c'e' mai stato, propaganda elettorale a parte, e non ci sarà. Cose già viste ai tempi di Prodi e delle sue 270 pagine di programma per affermare tutto e il suo contrario. Il brutto è che in Sardegna arriva tutto dopo e, altra considerazione di sistema, la cosa migliore che sa fare il centro-destra sardo di oggi è l'opposizione in Consiglio regionale. Il tempo, nonostante la stagione, non promette bene.
SardoSono
(admaioramedia.it)