A metà legislatura è lecito chiedersi cosa farà da grande il partito sovranista, diventato in base ai seggi il secondo partito della maggioranza che sostiene Pigliaru a parità di numeri con Sel. Nei sogni del suo guru Paolo Maninchedda, che a volte dissente ma non troppo da certe scelte del Governatore, come sulla Asl unica, dovrebbe essere un importante centro di produzione di lievito politico e ideale che, alla fine, potrebbe diventare un nuovo partito, dei Sardi o della Nazione Sarda, chissà… Solo che, da questa specie di acceleratore di particelle politiche, finora è venuto fuori solo Roberto Desini, in uscita dal Centro democratico di Capelli.
Gli altri, grosso modo, stanno dove sono, portano numeri (non sempre, peraltro) ma non sostanza politica. Dai Sardisti, che hanno cominciato a mettersi al calduccio nella giunta cagliaritana di Zedda, ai Rossomori che preferiscono il rosso, a Soberania-Indipendentzia, che col trattino si lascia una porta aperta verso l’indipendentismo para-antagonista.
Risultati? Cabotaggio e non sempre di gran livello, per ora. I manincheddiani puntano molto sull’Agenzia sarda delle entrate, esperimento già tentato senza successo da Soru, che indubbiamente (come soggetto che manovra una parte della leva fiscale) ha un certo ‘sapore’ di Stato anche se gli interrogativi non mancano, soprattutto perché nasce senza sapere quasi niente di come lavorava Equitalia in Sardegna, a parte certe odiose spremiture dei contribuenti. Particolare non secondario, visto che la nuova agenzia si candida a prenderne il posto, gare permettendo.
SardoSono
(admaioramedia.it)
One Comment
Guido Pontis
Una beneamata……….