La Sardegna è l’unica Regione a Statuto speciale che non è proprietaria del demanio marittimo e trasferisce allo Stato tutte le risorse derivanti dalla sua gestione.
Nel 2016 (ultimi dati disponibili), gli introiti delle concessioni demaniali (non solo gli stabilimenti balneari) sono state di 8 milioni di euro, ma con una evasione stimata di circa il 50%, per cui una revisione equilibrata che tenesse conto sia degli investimenti effettuati che dei valori di mercato porterebbe la Sardegna ad incassare fra i 30 e 40 milioni l’anno. Per correggere questa anomalia, i consiglieri regionali di opposizione hanno presentato una proposta di legge nazionale, composta da un solo articolo, che pur essendo stata approvata, da alcuni mesi, all’unanimità dalle Commissioni consiliari Autonomia e Bilancio non è ancora arrivata all’esame dell’Aula.
“Consentirebbe alla Sardegna di esercitare concretamente la sua autonomia – ha detto il capogruppo di Fratelli d’Italia, Paolo Truzzu – sostenendo con nuove risorse lo sviluppo del settore turistico, che rappresenta oggi la prima vera industria della Regione con grandi potenzialità di crescita. La nuova legge potrebbe essere approvata dal Parlamento in tempi brevissimi, con una sola lettura di Camera e Senato, perché non prevede nuovi oneri a carico dello Stato”.
Per il primo firmatario della proposta, Gennaro Fuoco, ex consigliere regionale, “gestire direttamente il demanio significa non solo acquisire un bene economico che appartiene ai sardi, ma anche riappropriarsi di un bene identitario. Non riesco a spiegarmi se non facendo riferimento ad incompetenza ed inadeguatezza, perché a fronte di questi dati l’iter della legge sia fermo da maggio solo per la mancanza della relazione della Giunta”.
Il capogruppo di Forza Italia, Alessandra Zedda, ha criticato i ritardi nell’approvazione della legge: “Ennesimo esempio di sottomissione allo Stato di cui il governo regionale ha già dato prova in tutti i settori. Essere padroni della nostra terra è fondamentale e soprattutto potrebbe aprire nuovi spazi per il nostro turismo e tante altre attività produttive collegate”.
“E’ sintomo di incapacità politica, continuare a tollerare una situazione che vede la Sardegna lavorare per conto dello Stato nel settore del demanio marittimo senza incassare un centesimo – ha aggiunto il capogruppo Udc, Gianluigi Rubiu – Stiamo proponendo di modificare una sola parola dello Statuto (articolo 14, primo comma): da escluso a compreso, si può fare in pochi minuti”. (red)
(admaioramedia.it)