Prima l’esclusione di un musicista israeliano dalla rassegna “Musica sulle bocche”, che si svolge da quasi vent’anni a Santa Teresa di Gallura, poi la protesta e la reazione del Sindaco, con la minaccia di sospendere il festival, quindi le scuse del Direttore artistico.
Protagonista di questa vicenda, il jazzista algherese, Enzo Favata, responsabile della rassegna, che aveva comunicato al flautista israeliano Eyal Lerner che la sua partecipazione non era possibile perché “la politica di ‘Musica sulle Bocche’ boicotta qualsiasi artista israeliano o sionista per via dell’atteggiamento di Israele su Gaza e sui territori palestinesi occupati”. Il flautista, su Facebook, aveva commentato: “Non ha smussato lo spirito ‘pacifico’ dopo aver notato che sono in Italia da vent’anni e che ho realizzato numerosi concerti per il dialogo proprio con musicisti palestinesi”.
Però, quando al Sindaco di Santa Teresa è arrivata la lettera di protesta di Mario Carboni, presidente dell’associazione Chenabura sardos pro Israele, la reazione dell’Amministrazione comunale è stata veemente, definendo “riprovevole” il gesto di Favata, Stefano Pisciottu ha proposto alla Giunta comunale di sospendere la manifestazione: “Ci siamo trovati coinvolti in questo attacco mediatico, di cui siamo anche noi vittime. lo e tutta l’amministrazione comunale di Santa Teresa Gallura ci dissociamo fermamente e prendiamo le distanze da qualsiasi dichiarazione del direttore artistico, che incautamente e inopportunamente trascina lo steso festival internazionale, l’amministrazione comunale, l’intera comunità, gli enti e gli sponsor privati in situazioni estranee allo spirito del festival, vale a dire la musica, che da sempre rappresenta il linguaggio universale attraverso il quale i popoli possono dialogare. Stiamo valutando azioni per dimostrare la nostra totale estraneità in questa vicenda, che dimostrino, ancora una volta, lo spirito di accoglienza e il sentimento di fratellanza che contraddistingue il nostro paese, abituato da sempre ad ospitare persone di differenti culture”.
Dopo la reprimenda, la clamorosa marcia indietro del jazzista: “Le mie più sentite scuse a chiunque si sia ritenuto offeso e discriminato dalle mie parole espresse in un messaggio privato. Nel messaggio ho espresso una mia opinione, inopportuna e infelice in quel contesto, che è stata erroneamente interpretata come una discriminazione. Questa interpretazione è del tutto infondata e non è in linea né con la mia posizione istituzionale, né con la mia filosofia artistica da sempre aperta al dialogo tra differenti culture, conosciuta e documentata in tanti anni di carriera artistica internazionale. Sono veramente addolorato delle accuse che mi vengono rivolte, perché da sempre ho operato contro ogni forma di discriminazione”. Quindi, l’invito formale al musicista Lerner a partecipare al Festival con un suo spettacolo, “in segno di pace e fratellanza”, ha scritto Favata. (red)
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