Mentre nei palazzi della politica regionale risuona ancora l’eco della riforma della rete ospedaliera (approvata recentemente in Consiglio regionale) e si continua a discutere sul futuro della sanità, sopratutto dei tagli che la dovrebbero ulteriormente ‘impreziosire’, negli ospedali isolani restano irrisolti i disagi nei servizi agli utenti.
Non solo reparti fatiscenti o addirittura declassati, carenze di personale e macchinari guasti, ad aggiungersi al treno dei problemi arriva il ‘viaggio del gesso’, percorso ad ampi ostacoli che collega i nosocomi San Camillo di Sorgono al San Francesco di Nuoro. Un rimbalzo di un centinaio di chilometri dalle corsie del Mandrolisai a quelle del Capoluogo, accomunate dall’odissea nel trovare immediati rimedi ai traumi ortopedici. E’ la storia di un giovane barbaricino che, in seguito ad una frattura al braccio, ha dovuto attendere ben 24 ore prima dell’immobilizzazione definitiva dell’arto. A denunciare il fatto è stato il sindaco di Atzara, Alessandro Corona, che dal suo profilo Facebook descrive una situazione ai limiti dell’immaginabile: “È due anni che faccio la stessa domanda: se un bambino del Mandrolisai, mentre gioca a calcetto cade e si fa male ad un polso, sarà ingessato al San Camillo?. La risposta è nella foto. Piccolo braccio del Mandrolisai ingessato a Nuoro. Risultato: giorno 1, con andata a Sorgono e rinvio a Nuoro. Arrivo a Nuoro, braccio solo immobilizzato per mancanza di personale. Ritorno a casa; giorno 2, arrivo a Nuoro alle 8.30 con attesa fino alle 13. Sacro gesso posizionato. Ritorno a casa. Ci si vede a Nuoro, capitale del gesso, tra 20 giorni”.
Immediate le reazioni al post, dove, con gli hasthtag #ungessoèpersempre e #Nuorocapitaledelgesso, si susseguono i racconti di ulteriori casi di malasanità. Un fiume in piena che, tra le altre cose, pone l’accento sulla mancanza di un pediatra e di adeguate apparecchiature mammografiche nel plesso sorgonese. Duro l’affondo del sindaco Corona: “Una vicenda assurda. Com’è possibile che un paziente venga lasciato in balia delle onde, viaggiando per due giorni di fila? Alla popolazione dei centri zonali, deve essere infatti garantita la possibilità di potersi curare al ‘San Camillo’. Parliamo di funzionalità basilari non di cure sofisticate! E’ forse chiedere troppo? A quanto pare sì, visto che ci troviamo dinanzi ad una vera e propria ingiustizia. Se teniamo inoltre conto, dei dispendiosi danni ricaduti sulla collettività per le gite nuoresi: perdita di ore lavorative, costi del carburante, cibo e imprevisti, allora lo spettacolo è ulteriormente indecoroso”.
E infine l’appello all’unità dei Comuni: “Tutto il comprensorio deve fare quadrato ed essere maggiormente consapevole, che si debba portare avanti la battaglia per il diritto alla sanità. Diversamente, nel giro di breve tempo, la situazione diverrà ancor più ingestibile, alimentata da politiche totalmente lontane dalle nostre istanze.”
Giorgio Ignazio Onano
(admaioramedia.it)
2 Comments
salvatore dessupoiu
Egregi, si fa un gran parlare di questo o quel provvedimento preso in favore delle persone portatrici di handicap, peccato che il vostro operato sia ope legis, mal gestito.
Scrivervi è esercizio inutile, posso, e no ncredo di essere il solo, certificare come sia tempo perso segnalare le discrasie di una norma mai aggiornata e lontana dal mondo del lavoro.
Le stesse linee guida dell’INPS, volte a dare certezza ai medici e non solo, prevedono dei parametri che vengono letti ed interpretati solo in modo restrittivo e miope, in pratica chi riesce a superare i cinquecento metri a piedi, senza aiuti, è abile arruolato e non è destinatario di nessuna agevolazione.
Per i malati di sclerosi multipla, viene stabilito un valore EDSS che per dare certezza, ossia per esser considerati portatori di handicap grave, deve avere un valore superiore a 5, altrimenti non si diritto praticamente a nulla.L’evidenziare come l’alzheimer dia subito luogo al diritto, e una malattia autoimmune come la sclerosi no….parametri bassi che indicano deambulazioni più o meno normali, lasciano spazi enormi per dire no. Il portatore di handicap in stato di gravità, è fuori dal ciclo produttivo, per avere una riduzione d’orario senza subire una riduzione dello stipendio dev’esser certificato quello status, poi con i ritmi di produzione derivanti da un turn over fermo da decenni, come la mettiamo?
La cosa meravigliosa descritta nelle linee guida, dobbiamo esser tutti portalettere o pony espress, al limite, camerieri, perchè includere chi fa lavori diversi?, lo scandalismo imperante su chi utilizza le ore di permesso concesse in virtù di parenti o affini portatori di handicap grave, le dimostrazioni di pugno di ferro con richieste assurde da farsi al datore di lavoro, ma il vero problema di stigmatizzare la differenza tra lavoratori e persone uscite o mai entrate nel ciclo produttivo, non è stata mai affrontata.
AISM ed altre associazioni, hanno provato a sensibilizzare chi poteva, la risposta ottenuta è pari a quella da me ottenuta, silenzio assoluto, tutto ciò premesso, son pronto a rendere la mia tessera elettorale ed invito tutti coloro che siano portatori di malattie autoimmuni, e non abbiano avuto il giusto riconoscimento, a fare lo stesso. Allegando una formale richiesta affinchè venga inoltrata a chi ruba allegramente cifre importanti, spesso senza neppure partecipare all’attività legislativa, si chiede che non venga conteggiato il mio esser italiano al fine di ripartizione dei rimborsi elettorali.
salvatore dessupoiu
il quasi pensionando che gestisce la sanità sarda, ha ben chiari i limiti e gli obbiettivi da perseguire, tagliare tutto e ovunque diventa risultato economico e medaglietta da mostrare a quella stessa istituzione che paga il vitalizio dai quarantuno anni d’età ad una ex e foraggia tante corti dei miracoli chiamandoli enti strumentali..
Gli ammalati di sclerosi multipla, sla, alzheimer che gravitano sulla Barbagia Mandrolisai non hanno una struttura di riferimento, il san Camillo di Sorgono non accoglie quelle richieste, maliziosamente insunuerei che il peso elettorale di quei paesi, dopo la debacle delle esponenti originarie della zona, ha reso meno appetibile quel collegio,
Si parla tanto di salute pubblica costringendo famiglie ed ammalati a viaggiare sino a Cagliari per diagnosi, terapia, visite, tanto sono fuori o quasi dalla produzione. si spieghi cosa s’intende quando si parla di intervento pubblico nella cura dei cittadini, della nuova struttura che sta sorgendo ad Olbia da investimenti privati o delle svariate cliniche, che casualmente si trovano nelle città..
Le dichiarazione del super manager e dell’assessore vogliono farci intendere che il reparto di neurologia del san Francesco ha creato un presidio al san Camillo di Sorgono o parlano di presidi sul territorio?, nel qual caso invito tutti a visitare Sorgono, Tonara, Atzara, Teti..e chiedere.
Gli anziani seguono la stessa sorte, e son tanti, di conseguenza l’abbandono delle zone interne è diventato necessario per tanti grazie anche a queste carenze organizzative, senza oss e terapie riabilitative che speranza hanno di una vita normale?, secondo i geni succitati il tutto è demandato all’erogazione del famoso assegno di accompagnamento che l’inps devolve alle famiglie?,
Nei nuclei familiari il personale specializzato che possa alleviare queste sofferenze è raro, mancano oss, massaggiatori, logopedisti, e la stessa struttura ospedaliera di Sorgono e sotto utilizzata in ragione delle esigenze che la zona manifesta come prioritarie.
Fa ulteriormente specie vedere quanta attenzione provenga dall’assessorato alla salute, nonostante sia guidato da un illustre medico che queste cose dovrebbe conoscerle ma in questa società dell’effimero niente è quel che sembra, mi auguro che le popolazioni prendano coscienza e si ribellino a questo stato di abbandono. Il dottor Moirano godrà comunque di un futuro pensionistico più che sereno e di una signora liquidazione, ne godrà anche se dedicherà maggior attenzione a luoghi meno prestigiosi e famosi di quelli in cui è abituato a muoversi, e non credo che ci saranno levate di scudi se implementerà col suo intervento il discorso sulla viabilità e sui trasporti che questi “sudditi” utilizzano per curarsi