La Giunta regionale ha appena deliberato il blocco parziale delle assunzioni nel personale dipendente del Sistema sanitario regionale, per intervenire su una delle voci di costo che influisce maggiormente sulla spesa complessiva del settore (36% dei costi di produzione annuali), almeno finché non sarà completato il processo di riforma dell'assetto organizzativo ed istituzionale, ed ha scatenato la protesta dei giovani e futuri medici, categoria già fortemente 'scontentata’ quando la Giunta si dimenticò di finanziare le borse di studio degli specializzandi di medicina per il 2015.
“L'ennesimo colpo inferto alla sanità regionale, già in difficoltà per la carenza evidente di personale sanitario, che oggi spesso sopravvive grazie ai giovani medici specialisti assunti con contratti a tempo determinato (3-6 mesi o 1 anno) privi di alcuna tutela – si legge in una nota dell’Associazione giovani medici (Sigm) Cagliari e dei rappresentanti degli studenti della facoltà di Medicina di Cagliari – Questo crea una paradossale situazione in cui una grande parte del servizio sanitario regionale è tenuta in piedi grazie al lavoro dei giovani medici precari. Il silenzio della politica su questi temi è ormai insostenibile. Dopo la decisione di non finanziare per la prima volta i contratti aggiuntivi regionali per le scuole di specializzazione sarde, e quindi favorire la formazione dei futuri specialisti di cui la nostra Regione avrà bisogno, ecco l'ennesima sorpresa per tutti i giovani della sanità sarda, volta ad ostacolare ulteriormente l'ingresso dei giovani professionisti nel mondo del lavoro. Siamo consapevoli che di sprechi nella sanità ce ne siano fin troppi, tuttavia il peso ed il costo della razionalizzazione non dovrebbero ripercuotersi sulle risorse professionali e umane della sanità regionale”.
“I cittadini – prosegue la nota – devono essere consapevoli che bloccare l'assunzione di giovani professionisti, significa creare sovraccarichi di lavoro del personale medico delle strutture ospedaliere che, non riuscendo a colmare le croniche carenze di medici, possono talvolta esporre i cittadini ai pericoli derivanti da un malfunzionamento del sistema e dagli inevitabili problemi organizzativi. Forse, la Regione preferisce conservare privilegi e sprechi anziché innovarsi e investire su un necessario ricambio generazionale, correggendo le politiche pubbliche e rimuovendo sprechi, clientele, malaffare ed inadeguatezze del Sistema sanitario regionale?”
Infine, i giovani medici chiedono all’assessore della Sanità, Luigi Arru, “risposte in merito ad una rapida programmazione del fabbisogno di figure mediche specialiste per i prossimi anni e certezze circa l’inserimento dei giovani medici nel mondo del lavoro e la definizione dei fabbisogni di professionalità sanitarie e la programmazione in sanità in funzione della domanda di salute e non dell’offerta”.
Perplessità è stata manifestata anche dal presidente del Consiglio degli studenti dell'Università di Cagliari, Giuseppe Esposito (UniCa2.0): ”Chiudere l'accesso alle scuole di specializzazione non finanziando contratti regionali aggiuntivi e contemporaneamente non favorendo l'accesso dei giovani specializzati nel mondo del lavoro avrà inevitabilmente due bruttissime conseguenze: emigrazione degli aspiranti specializzandi e dei giovani medici, depauperamento delle risorse umane della sanità regionale. La politica si prenda carico dell'accesso alle professioni sanitarie da parte dei giovani studenti. Non è buona politica quella che fa spendere tantissimi soldi pubblici ai cittadini per formare giovani medici che sono costretti alla disoccupazione, precariato ed emigrazione, avendo contemporaneamente liste d'attesa lunghissime ed un ridimensionamento del servizio sanitario”. (red)
(admaioramedia.it)
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