Sono ormai quasi 6 anni che aspettano risposte dalla Regione sul concorso straordinario per la copertura di sedi farmaceutiche: 90 farmacie che, secondo il decreto “Crescitalia” del governo Monti, avrebbero dovuto essere aperte da anni, creando centinaia di posti di lavoro.
Durate il sit in di venerdì scorso davanti alla sede dell’Assessorato regionale della Sanità, avevano annunciato azioni di protesta più forti, nonostante le rassicurazioni avute dal Direttore generale ed alcuni funzionari sulla pubblicazione dell’interpello per la fine di marzo, perciò i componenti del Comitato idonei concorso farmacie hanno deciso di riconsegnare le schede elettorali nelle mani del presidente della Repubblica Sergio Mattarella, in visita a Cagliari il prossimo lunedì: “Disillusi, ma non rassegnati – hanno scritto in un comunicato – denunciamo la violazione dell’articolo 4 della Costituzione, secondo il quale «La Repubblica riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro e promuove le condizioni che rendano effettivo questo diritto». Diritti che la Regione sta reiteratamente negando”.
Infatti, la rabbia dei farmacisti è riesplosa dopo le dichiarazioni dell’assessore Luigi Arru, che ha attribuito la causa dei ritardi della macchina burocratica regionale ai tredici ricorsi effettuati dai rurali sul calcolo dei punteggi in graduatoria: “I ricorsi hanno interessato solo circa otto mesi dei sei anni del concorso. Arru dovrebbe chiarire perché si rimarca tanto la vittoria della sua Amministrazione al Tar ma non il fatto che la stessa non ha ancora applicato le relative sentenze a partire da agosto 2017. Mai nessuna sospensiva neanche in precedenza era stata data dal Tribunale amministrativo, stessa situazione dicasi per il ricorso in secondo grado”.
Peggiora la situazione il raffronto con le altre Regioni, per esempio la Sicilia, dove, nonostante i ricorsi in atto, si è proceduto con il primo interpello lo scorso 20 agosto 2017. Per il Comitato, un altro punto inspiegabile è quello degli adempimenti pre-interpello, proprio quelli menzionati dall’assessore Arru: “Gli stessi venivano raccontati dai suoi collaboratori almeno quattro mesi fa. Perciò, qual è la difficoltà nel portarli a termine? Non volere o non potere?”.
Nonostante la sua specificità di Regione a statuto speciale, la Sardegna è in fondo alla classifica nell’espletamento del concorso straordinario: per esempio, in Piemonte si è arrivati già al quarto interpello; in Liguria al terzo, così come in Puglia e in Emilia Romagna; in Veneto il primo interpello risale al 2016; in Lazio, Lombardia e Sicilia al 2017. In Sardegna ancora niente ed i ricorsi al Tar sono stati presentati a febbraio-aprile 2017.
Con la riconsegna delle schede elettorali, i ‘senza sede’ confidano nella sensibilità del presidente Mattarella e nel valore mediatico della loro azione, così da sollecitare ulteriormente l’accelerazione delle procedure. Per ora, l’intenzione è quella di rinunciare volontariamente al voto, sia a quello alle politiche del 4 marzo che in tutte le sessioni elettorali successive: “Con questa protesta pacifica – hanno sottolineato i portavoce del Comitato – auspichiamo di avere la vicinanza e la solidarietà da parte non solo della categoria dei farmacisti, ma anche quella di tutti i cittadini italiani e delle forze politiche, visto che riguarda uno dei diritti fondamentali della costituzione calpestati dalle lungaggini burocratiche delle amministrazioni pubbliche”.
Silvia Pasquini
(admaioramedia.it)