Un contributo alle partorienti nelle isole minori che, per mancanza anche temporanea del punto nascita, partoriscono in altre strutture regionali. Questa è la soluzione trovata dall’assessore regionale della Sanità, Luigi Arru, per cercare di contenere le proteste per i problemi derivati da alcune novità nelle rete ospedaliera.
Un contributo (massimo 1.500 euro) destinato alle donne residenti a Carloforte e di La Maddalena, da almeno 12 mesi antecedenti alla data del parto, che hanno partorito in un punto nascita isolano. Le richieste potranno essere inoltrate entro 60 giorni dal parto: “Lo stanziamento è stato previsto dalla legge regionale finanziaria 2018 – ha spiegato l’assessore Arru – con l’obiettivo di far fronte ai disagi derivanti dalle condizioni di insularità e delle difficoltà dei trasporti via mare delle partorienti. L’istituzione del contributo per le neo mamme, assieme ad un percorso di presa in carico durante la gravidanza, segue di pochi giorni l’attivazione del servizio di elisoccorso e rappresenta un’ulteriore risposta ai cittadini sardi, in modo particolare a coloro che vivono nei territori disagiati, per motivi oro-geografici”.
Il provvedimento della Giunta regionale non soddisfa il vicepresidente della Commissione sanità, Edoardo Tocco (Forza Italia), che evidenzia le sue perplessità: “Uno stanziamento che non è in grado di rimuovere il rischio per le donne che devono sobbarcarsi viaggi della speranza in altri presidi. Abbiamo auspicato che la Sardegna potesse ottenere la deroga per le strutture dislocate nelle isole minori di San Pietro e dell’arcipelago de La Maddalena. Nulla è stato fatto per assicurare un parto in sicurezza all’interno di strutture dotate di personale medico, ostetrico, infermieristico. Si tenta di ottenere consensi destinando risorse per disagi che avrebbero potuto essere evitati con il salvataggio dei punti nascita. Non penso sia una vittoria per gli abitanti di La Maddalena e Carloforte la soppressione del punto nascita”. (red)
(admaioramedia.it)