Un piano triennale per contenere la spesa del servizio sanitario in Sardegna, attraverso la razionalizzazione della rete ospedaliera, la riorganizzazione delle cure primarie, la riqualificazione della rete dei laboratori e dei servizi di radiologia, la centralizzazione del sistema degli acquisti di servizi e forniture, e delle procedure concorsuali, il contenimento della spesa farmaceutica.
Questi gli obiettivi dichiarati dall'assessore della Sanità, Luigi Arru: " Il disavanzo in Sanità è problema ben noto all'Assessorato e all'intera Giunta sin dall'insediamento nel marzo 2014. Stiamo lavorando alacremente dal primo giorno non solo per rimettere a posto i conti, ma soprattutto per garantire un migliore e sempre più efficiente servizio nei territori, per i cittadini".
“In Sardegna non è stata preparata una rete ospedaliera moderna – ha spiegato Arru – Questo è causa di ulteriori diseconomie e non garantisce un buon servizio: i pazienti vengono ricoverati per una durata superiore alla media nazionale. Questo accade non certo perché i professionisti non siano all'altezza dei colleghi del resto dello Stivale. La causa è da attribuire a un sistema organizzativo che non prevede l'integrazione dell'assistenza territoriale con quella ospedaliera e il sistema dell'emergenza urgenza. Non garantire un'assistenza territoriale forte e un sistema emergenza riformato causa un uso improprio dell'ospedale".
La Giunta, subito dopo l’insediamento, ha istituito un tavolo tecnico per l'elaborazione di una bozza della nuova rete ospedaliera: "Il documento è pronto per essere discusso con le parti politiche, con gli enti locali e con le popolazioni – ha sottolineato l’assessore Arru – L'idea è quella di garantire un accesso uniforme agli ospedali su tutto il territorio della Sardegna, differenziando però i servizi offerti secondo standard che garantiscano sicurezza e qualità, e ancora in base a un'idea di Laboratorio Sardegna. Le azioni che vogliamo concordare determineranno un primo risparmio strutturale senza ridurre i servizi ai cittadini".
"Investire un euro in prevenzione produce migliori risultati rispetto a un euro investito in tecnologia. Il modello di prevenzione che utilizzeremo sarà quello recentemente presentato dalla Asl di Cagliari, che contatterà circa 250mila persone per valutare il rischio cardiovascolare e sulla base del calcolo avvierà la persona a un programma con un piano alimentare e fisico adeguato e l'astensione dal fumo. Ricordo che le malattie cardiovascolari rappresentano la prima causa di mortalità in Sardegna e in tutto il mondo occidentale".
Aspetto che l’Assessore non intende trascurare è quello del costo dei farmaci in Sardegna: "Anche qui siamo sopra la media nazionale, soprattutto i farmaci per combattere ipertensione arteriosa e livelli elevati di colesterolo. La soluzione è la responsabilizzazione dei cittadini e dei professionisti, che potrà produrre cambiamenti persistenti riducendo la spesa riducendo al necessario le misure di compartecipazione economica per ottenere i farmaci, i ticket sanitari.” (red)
(admaioramedia.it)