“Un bando per le imprese concepito male, come se l’Expo fosse una fiera qualsiasi. Si tratta di un errore grossolano, imperdonabile per i professoroni della Giunta.” Così Ugo Cappellacci (Forza Italia) ha commentato i risultati del bando per l’Expo di Milano pubblicato dalla Giunta Pigliaru, dopo che, nelle scorse settimane, erano stati chiesti chiarimenti sull’impegno della Regione per l’evento: 12 domande presentate per una richiesta di contributi pari a circa 400mila euro, nonostante gli 800mila disponibili.
“I nostri dubbi erano fondati e le risposte stizzite di alcuni assessori erano sintomo di un nervosismo che ha trovato conferma nel fallimento del bando – ha aggiunto l’ex Governatore – La mancata partecipazione delle imprese non può essere contrabbandata dalla Giunta come ‘risparmio’. Se hanno stanziato delle risorse, significa, che Presidente e assessori ritenevano che fosse un giusto investimento. Il bando, peraltro tardivo, si è invece rivelato un fallimento, che è invece la triste conseguenza di una sbagliata impostazione.”
“Le imprese, che non hanno alcuna responsabilità, si sono trovate di fronte ad un bando che le invitava a fare istanza di contributo per agevolazioni riguardanti servizi per le stesse, di fatto, inaccessibili. Il bando, infatti, concedeva contributi a chi fosse stato in grado di dimostrare contratti e preventivi di spesa per ‘affitto spazi espositivi all’interno di Expo Milano 2015, compresi eventuali costi di iscrizione, oneri e diritti fissi obbligatori in base al regolamento della manifestazione; allestimento dell’area espositiva e acquisizione di relativi servizi funzionali’. Peccato che questi servizi non siano previsti dagli organizzatori di Expo a favore delle imprese. A parte alcune situazioni particolari, vere e proprie eccezioni (molto onerose, peraltro, soprattutto per le Pmi), come quelle, previste all’interno dei Padiglioni Cibus e Eataly, l’Expo non prevede spazi espositivi per le imprese e soprattutto preclude ogni forma di commercializzazione. All’interno del Padiglione Italia e del Cardo sono possibili solo presenze istituzionali e molte Regioni hanno, infatti, provveduto ad opzionare spazi ‘fuori Expo’ in città per consentire alle proprie imprese di sfruttare al meglio le grandi potenziali promo-commerciali dell’esposizione universale.”
“Insomma – ha concluso Cappellacci – l’inefficienza e il pressapochismo della Giunta regionale non consentiranno alle imprese sarde di raccogliere pienamente le opportunità offerte dall’Expo”. (red)
(admaioramedia.it)
One Comment
Romano
A parte il fatto che mentre certi politici si ritengo soddisfatti per aver risparmiato la metà degli 800.000 euro, penso invece che si sarebbero dovuti nascondere per non aver programmato bene e per tempo la presenza di aziende della Sardegna. Inutile e dannoso lasciare anche queste iniziative ai politici, perchè dovevano incaricare un'organizzazione capace di presentare ed organizzare la presenza delle imprese sarde per questi eventi e, direi, nemmeno alle competenze dei loro burocrati, che non fanno questo mestiere professionalmente.
Perchè, poi, se come dice Cappellacci, si sono rese le cose difficili, quando le regole dell'EXPO non le richiedevano? Dove stanno le tanto vantate semplificazioni e sburocratizzazioni?