Il futuro dell’oratorio di San Vito? Incerto, anzi incertissimo. Il parroco del paese, don Antonio Usai, alla fine di agosto avrebbe comunicato verbalmente al direttivo dell’associazione Anspi, da anni in prima linea nelle attività di animazione per i giovani, la sua decisione di negare all’associazione l’utilizzo dei locali dell’oratorio ordinando lo sgombero immediato dagli stessi di tutte le proprietà dell’associazione.
“In quest’anno abbiamo sempre cercato di coinvolgere Don Antonio Usai nella programmazione delle attività – si legge in un comunicato – chiedendo e talvolta supplicando la sua presenza e la sua guida spirituale, richieste lasciate cadere nel vuoto. Abbiamo sempre nascosto ai giovani la nostra preoccupazione e giustificato la sua assenza, cercando di tutelarlo con rispetto, celando preoccupazioni e incredulità”.
Lo stesso parroco, stando al comunicato redatto dal direttivo Anspi composto da Giorgio Mulas, Maria Teresa Fanni, Anna Lisa Farci, Emiliano Cotza, Gloria Cuccu, Marianna Cuccu, Monia Piroddi, Giada Piroddi, Laura Lai, Salvatore Mancino, Anna Fadda, Francesca Vargiolu e Alessio Murgia, “pur non partecipando, lui stesso ci ha delegato il compito di proseguire con le attività, portando avanti gli incontri settimanali con più di 50 ragazzi, partecipando alle giornate e ai campi scuola della pastorale giovanile, svolgendo attività di volontariato presso la Caritas diocesana e coinvolgendo, come ogni anno, tutta la comunità in iniziative di solidarietà e di svago. Negli ultimi anni il nostro oratorio è stato uno dei più attivi e frequentati, contando più di 300 iscritti, al punto da essere preso come modello da altre realtà parrocchiali ed oratoriali della diocesi di Cagliari”.
Don Antonio Usai, raggiunto telefonicamente dal cronista, non ha voluto rilasciare dichiarazioni in merito alla vicenda.
Possibilità di ricomporre lo “strappo”? Al momento sembrano poche: “Nonostante la nostra richiesta di un incontro per conoscere le motivazioni che hanno indotto il parroco a prendere questa decisione – si legge nel comunicato dell’Anspi – non c’è stato concesso alcun confronto. La sua è stata una condanna senza possibilità di appello. Dopo tanti anni di proficuo lavoro, a fianco ai parroci che si sono avvicendati nella nostra comunità, oggi ci sentiamo scartati come oggetti da buttare via, pertanto, umilmente, ci facciamo da parte”.
“Auguriamo al parroco un proficuo lavoro – concludono i componenti del direttivo Anspi – con l’ausilio dei suoi nuovi collaboratori sui quali vorrà porre la sua fiducia, della quale non ci ha ritenuto degni. Ci auguriamo inoltre, che tutte le motivazioni che l’hanno spinto a fare questa scelta non vengano pronunciate dal pulpito o in nostra assenza. Crediamo di meritare lo stesso rispetto che noi gli abbiamo sempre riservato”.
Michele Garbato
(admaioramedia.it)