Sono un invalido residente in via Tigellio, strada in pieno centro storico facente parte del quartiere Stampace, per il quale il Comune di Cagliari in una pubblica assemblea tenutasi nell’auditorium comunale il 27 novembre 2018 presentò il progetto di sostituzione dei vecchi cassonetti stradali, peraltro già predisposti per la raccolta differenziata dei rifiuti con nuovi cassonetti di ghisa ad apertura con tessera.
L’assessore Claudia Medda in quell’occasione disse “nessuno sarà lasciato indietro”. Pochi giorni dopo aver sentito l’ingegner Cossu, tecnico del Comune, presentare il progetto a suo dire in realizzazione a fine gennaio 2019, e l’assessore Medda pronunciare quelle splendide parole, ho visto asportare tutti cassonetti dalla via Tigellio senza il posizionamento dei nuovi. Nonostante le numerose proteste dei residenti che provano a spiegare di non avere spazio di allocare né mastelli condominiali né familiari perché occuperebbero marciapiedi già stretti e ne comporterebbero l’impraticabilità, il Comune si ostina a mettere in pratica il criterio ‘arrangiatevi’ e non vuole sentire ragioni, mentre veniamo indirizzati a stipulare contratti con società di gestione di mastelli condominiali con aggravio di spesa di circa 100 euro annui ad unità immobiliare, rincarando la tassa di raccolta rifiuti già altissima.
La via Tigellio, inoltre, subisce già ormai da un anno la presenza di transenne a protezione di reperti archeologici del resto presenti in tutta Cagliari, e nonostante sia stato richiesto ripetutamente al Comune di ripristinare la strada sia per il fatto che le transenne ne occupano mezza carreggiata sia perché rendono il marciapiede impraticabile obbligando il transito dei pedoni, invalidi ed anziani compresi, al centro della via, il Comune continua a temporeggiare attribuendo la responsabilità alla Sovrintendenza, che in realtà aveva dato il nulla osta alla copertura dei reperti nel 1956. Già nella Conferenza internazionale di Stresa del 1965 si era giunti alla conclusione della necessità per uomini politici, architetti, ingegneri, urbanisti, Istituzioni di condurre la lotta per la soppressione delle barriere architettoniche e, ancora, dagli anni novanta in poi le normative nazionali e regionali affidano alle Pubbliche Amministrazioni il compito di predisporre Piani per l’eliminazione delle barriere (Peba), sia negli edifici che negli spazi urbani, prevedendone addirittura l’aggiornamento biennale. E’ stato disposto che le Amministrazioni Pubbliche mettano in pratica azioni concrete per facilitare l’integrazione delle persone in situazioni di disabilità, degli anziani e di tutti i cittadini limitati nella mobilità.
E’ mai possibile che ancora oggi il Comune di Cagliari sia inadempiente nel rispetto della legge (vedi Dm 236/1989) e che, anziché eliminare le barriere, le crei su tutti marciapiedi cittadini con i mastelli dei rifiuti? I marciapiedi devono essere sempre e comunque accessibili ai cittadini, ma nonostante le leggi si è costretti a tollerare barriere di progetti inadeguati, tavolini di bar e ristoranti posizionati sui marciapiedi, e potremmo dire che la barriera più pericolosa è la mancanza di considerazione per i diritti dei cittadini per i mille problemi della vita reale che non è tutta una ‘movida’, questi problemi sono apparentemente ignoti a chi ci amministra. I piani non adeguati colpiscono tutti, a cominciare dalle persone che si muovono col bastone, col deambulatore o con la carrozzina, per proseguire con i non vedenti, gli anziani, i genitori col passeggino o comunque anche chi trasporta le borse della spesa ecc.
Non crediamo di chiedere a questa Amministrazione qualcosa di straordinario rinnovando la richiesta di riposizionamento dei cassonetti stradali ad apertura con tessera, ma chiediamo che si rispetti la nostra necessità primaria di libertà. D’altra parte l’articolo 13 della Dichiarazione universale dei diritti umani recita “ogni individuo ha diritto di movimento”, senza tralasciare l’articolo 3 della Costituzione: “E’ compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini impediscono l pieno sviluppo della persona umana”. Mediti, signor Sindaco, mediti.
Un invalido cagliaritano
(admaioramedia.it)