Più si avvicina il momento è più l’amministrazione Zedda intensifica gli incontri con i cittadini per spiegare pregi e difetti del metodo di raccolta differenziata prescelto. E più si intensificano gli incontri e più particolari emergono tanto che iniziano le prime preoccupazioni e i malumori dei cittadini.
Emerge che i cittadini dovranno ospitare nelle loro case una serie di mastelli da depositare sui marciapiedi prospicienti la propria abitazione in determinate fasce orarie o, se residenti in condomini con più di 9 abitazioni, da svuotare nei più capienti bidoni condominiali. Bidoni che dovranno essere, di volta in volta, portati fuori dallo stabile o posizionati in appositi alloggiamenti fatti realizzare dall’amministratore a spese dei condomini, iter burocratico incluso con annessi e connessi, e facilmente raggiungibili dagli incaricati della raccolta. Quindi, ad una già costosa tariffa si aggiungono nuovi costi per gli eventuali lavori murari e per i sicuri interventi di pulizia e sanificazione dei bidoni.
Detto ciò, siamo certi che il sistema prescelto sia il migliore e l’unico possibile? Ritengo che quello prescelto sia un sistema arcaico, superato e irrispettoso del cittadino. Un sistema che costringe i cittadini a pagare una tariffa esagerata per un servizio che li costringe a lavorare per l’Amministrazione comunale e che li espone ad un regime sanzionatorio iniquo. Purtroppo, come fatto notare in più occasioni in Consiglio comunale, ha prevalso la visione che pone il cittadino al servizio dell’amministrazione e non quella, più in linea con un regime democratico, dell’amministrazione al servizio del cittadino. Eppure, un altro mondo è possibile se solo si sfruttassero le tecnologie più avanzate. In altre realtà, Italia compresa, la differenziazione dei rifiuti viene fatta da macchinari all’interno di appositi impianti che non creano disagio a ciò che li circonda. Ad esempio, in molti distretti londinesi la raccolta viene fatta senza obbligo di separazione in quanto la stessa avviene in un impianto che è costato meno di 10 milioni di euro e che dà lavoro ad un centinaio di persone e un impianto simile esiste anche a Granarolo dell’Emilia. Con questo tipo di impianto si riesce a raggiungere livelli di riciclaggio prossime al 100% alimentando così il mercato delle materie prime secondarie (materiali che vivono una nuova giovinezza grazie all’azione di recupero) ed un indotto creato dalle aziende che le usano.
Questo è, semplificando, il cardine dell’economia circolare, niente si crea, niente si distrugge ma tutto si trasforma. Gli scarti di lavorazione vengono trattati e trasformati in nuova materia prima, che viene reintrodotta nel ciclo produttivo con un notevole risparmio sia in termini di costi, che in termini di sfruttamento delle risorse naturali. Questa dovrebbe essere la filosofia di fondo di un buon sistema economico e quindi del trattamento dei rifiuti, trattamento che non solo non grava sulle spalle dei cittadini, ma che è in grado di generare utili spendibili dagli enti per abbattere i costi della gestione dei rifiuti. Quindi, pur sapendo che si sarebbero potute percorrere altre strade, inclusa quella del dare corpo ad appalti per lotti funzionali autonomi al fine di stimolare la partecipazione delle piccole e medie imprese locali, l’amministrazione Zedda ha preferito il sistema più gravoso per i cittadini, ha dato vita ad un mega appalto di sette anni dal costo esorbitante.
Come ribadito nelle opportune sedi e nei convegni organizzati sul tema, avrei scelto altre strade: appalti frazionati; mantenimento ancora per qualche anno del sistema vigente con alcuni correttivi, ad esempio la realizzazione di un numero considerevole di isole ecologiche fisse e mobili e l’utilizzo dei cassonetti intelligenti; investimento per la realizzazione di un impianto per la separazione dei rifiuti per giungere ad una raccolta divisa per due tipologie di rifiuto (organica e non); incentivazione di investimenti produttivi per il trattamento delle materie prime secondarie; e magari, di un impianto di termovalorizzazione per ciò che non si può recuperare. Forse questo è un sistema poco gradito a chi è abituato a fissare il dito che indica la luna. A giugno dovrebbe entrare a regime il sistema scelto dall’Amministrazione di centrosinistra, i Cagliaritani inizieranno a scontare la condanna, la ‘damnatio ad metalla dell’aliga’ e vedremo come andrà a finire. Mala tempora…
Pierluigi Mannino – Consigliere comunale del gruppo #Cagliari16
(admaioramedia.it)
14 Comments
Angela Palmas
Uno schifo. I condomini che ospitano i cassonetti nel cortile condominiale dovranno pagare una ditta per trasportarli fuori e riportarli all’interno ad orari stabiliti. In più provvedere al lavaggio…
Pierangela Masili
Ai condomini non funzionano le mani? Fate i turni.
Angela Palmas
Pierangela Masili ma se è pieno di vecchi ottantenni. E poi con quello che paghiamo…fare anche questo francamente…No
Mario Lissia
Infatti i condomini diventeranno schiavi degli aumenti continui di queste ditte. Altro che ribassi tari
Pierangela Masili
Non siete obbligati ad assumere gente. Fatelo voi.
Mario Lissia
7€ a testa al mese = 70€ all’anno in più sulla tari
Pierangela Masili
Noi paghiamo 3 euro. Lo fa un condomino ed e viene pagato dal condominio.
Maria Rosaria N Piras
Nei condomini dove non esiste il cortile condominiale come si fa ?
Pierangela Masili
Ognuno porta giù il suo. Ma ora chi vi butta la spazzatura?
Maria Rosaria N Piras
Pierangela Masili certamente non è questo il problema, in quanto sono abituata a buttare la mia spazzatura e spesso anche ciò che gli sporcaccioni lasciano in giro. Il problema è che anziché migliorare l’aspetto e l’igiene della città, tutto verrà peggiorato, quando vedremo tutta la fila delle pattumiere nei marciapiedi della città. È solo questo che mi lascia perplessa, non si preoccupi che i lavori di mia competenza li ho sempre svolti io e nessun altro.
Silvana Sis
È una scelta incivile
Massimo
Faccio presente alla sig.ra Pierangela Masili che pagare un condomino per portare i cassonetti dovrebbe obbligare il Condominio a tutti gli adempimenti fiscali, contributivi ed assicurativi con costi, probabilmente, notevolmente superiori a quelli sostenuti
Luca
Il problema dei rifiuti è un problema di chi li produce, non del comune che li deve smaltire. Bisognerebbe essere più consapevoli che la monnezza e affar nostro ed ogni i consumatore dovrebbe preoccuparsi fin da quando compra di che fine farà quello che compra e non semplicemente acquistare con superficialità. Detto questo, credo che ormai nel resto d’Italia la raccolta porta a porta sia la norma, sono comprensibili paure iniziali ma basta fare un giro altrove per capire che non si sta andando incontro all’apocalisse ma al futuro, le isole di raccolta in 50anni di consumismo hanno fallito con la loro missione. Riguardo l’articolo è vero, ci sono metodi per separare la frazione secca in appositi impianti ma faccio presente che nei paesi dove questa tecnologia è più evoluta si riesce magari a raccogliere insieme vetro/alluminio/plastica ma non tutta la frazione secca insieme in maniera indifferenziata.
Fedecico
Ma non era più semplice invece dei cassonetti dare le buste con il codice a barre per ogni cittadino!!!!