Siamo alle solite. Gli industriali caseari hanno nuovamente avvilito il prezzo del latte ovicaprino. Lo tirano su per un anno e giù per due.
Tre o quattro imprenditori condizionano la vita di 30.000 allevatori, i quali garantiscono altri 10.000 posti di lavoro come indotto. La più grande industria della Sardegna è costantemente sotto lo scacco di un manipolo di persone che si riuniscono per decidere quanto vogliono guadagnare quell’anno. E hanno in mano tutto: politica, banche, gran parte dell’informazione.
La Regione, infatti, come al solito fa il pesce in barile. E chi soffre sono i nuovi schiavi delle campagne, gli allevatori, padroni di aziende delle quali sono diventati servi.
Il Giardiniere
(admaioramedia.it)