“Più volte il mio Dicastero ha espresso con forza alla Commissione europea l’esigenza di un approccio scevro da pregiudizi e non discriminatorio nei confronti della Sardegna”. Con queste parole, il ministro della Salute, Giulia Grillo, ha risposto alla lettera del presidente Pigliaru, inviata lo scorso 16 ottobre, per chiedere l’impegno ministeriale nei confronti delle istituzioni europee sul tema della Peste suina africana.
Il Governatore aveva fatto un quadro preciso della situazione epidemiologica in Sardegna: “Rimane complessivamente favorevole, con la malattia confinata nelle aree della Barbagia e dell’Ogliastra, dove si sono verificati negli ultimi mesi alcuni sporadici focolai di malattia, peraltro eradicati rapidamente e con grande determinazione. Le attività di depopolamento dei suini bradi – principale fonte di malattia – e di repressione della illegalità sono già riprese dopo un rallentamento nel periodo estivo. Anche nei cinghiali selvatici la situazione sembra evolvere nella direzione auspicata di un graduale esaurimento della malattia, evoluzione che sarà comunque accuratamente verificata nel corso della prossima stagione venatoria, alla quale ci si sta adeguatamente preparando”.
Il problema, nonostante “il grande sforzo profuso dalla Regione negli ultimi anni”, resta l’atteggiamento della Commissione europea che non ha programmato neanche la missione ispettiva in Sardegna promessa dal commissario europeo per la salute e la sicurezza alimentare Andriukaitis: “La condizioni che tuttora si applicano al commercio di suini e dei loro prodotti provenienti dalla Sardegna – aveva scritto Pigliaru – in attuazione della decisione della Commissione del 2014 sono sempre più chiaramente sproporzionate al rischio Psa causato dalla migliorata situazione epidemiologica e di controllo della filiera suinicola. Questa sproporzione ormai appare sempre più chiaramente discriminatoria nei confronti della Sardegna e dell’ltalia, se la si paragona alle misure molto più blande che la Commissione applica nei confronti degli altri Stati Membri della Ue in cui la Psa è presente e nei quali continua a diffondersi in modo estremamente preoccupante, come in Romania, Polonia e Lituania, tutti paesi in cui si è verificato un numero di focolai di malattia molto più elevato rispetto alla Sardegna”.
Il Ministro, nella sua risposta, ha ricordato anche l’intervento a livello europeo del ministro dell’Agricoltura Centinaio (“la Sardegna è tuttora penalizzata rispetto ad altri Paesi membri colpiti dall’emergenza Psa, come unica regione in cui la malattia è considerata endemica”) e della delegazione italiana, durante la riunione dello Scopaff (Comitato delle autorità nazionali che si occupano dell’
Soddisfatto il presidente Pigliaru per il sostegno all’azione della Regione: “Sappiamo di essere sulla strada giusta nell’eradicazione di una malattia che per troppi anni ha tenuto in ostaggio un comparto e un’intera Isola. Oggi abbiamo raggiunto risultati importanti che, in sinergia con le istituzioni nazionali e quindi europee, potrebbero permettere alla Sardegna di liberarsi da questo embargo così fortemente dannoso. Sconfiggere la Psa porterebbe a uno sviluppo nuovo dell’intero settore suinicolo, e per le zone interne potrebbe essere uno dei migliori antidoti allo spopolamento”. (red)
(admaioramedia.it)