ilora2La Sardegna vive attualmente un paradosso. Ci si lamenta (giustamente) per la mancanza di lavoro, per la chiusura delle poche fabbriche, ma non si considera di avviare un’efficace ‘industria turistica’ che comprenda tutta la filiera possibile e immaginabile: ampliamento della stagione turistica.
Non solo mare, ma anche il resto del territorio, così diverso e magnifico sotto tutti i punti di vista. montagna, beni culturali e religiosi, archeologia, trekking e, perché no, con qualche seggiovia/funivia anche la stagione sciistica. Per tutte queste opportunità sono indispensabili figure professionali specifiche, sopratutto quella della guida turistica. Ma non tutti sanno che è stata praticamente bannata e blindata da diversi anni, è diventata un’attività non alla portata di tutti, intendendo per tutti coloro che hanno già delle competenze e abilitazioni, ma anche quelli che vogliono farlo debitamente formati. Attualmente non si può più ottenere l’abilitazione e il bando che doveva prevedere l’esame di abilitazione non si è tenuto neppure nelle date stabilite, ormai da circa un decennio. Sono favoriti solo gli attuali iscritti. In pratica, una casta.
Neppure i giovani che hanno scelto un corso di studi per l’ottenimento di un diploma quinquennale per il settore turistico, come quello dell’Istituto Martini a Cagliari, hanno qualche possibilità di accedere a una professione turistica come quella di guida turistica o di accompagnamento. Cosa è accaduto in questi anni? È stata emanata una legge (Legge regionale n. 1 del 11 gennaio 2018), da eliminare quanto prima, che prevede, a far data dal 21 febbraio 2018, la sospensione dell’applicazione degli articoli 5 e 6 della legge regionale 18 dicembre 2006 n. 20, con la quale non potranno più essere presentate pratiche di abilitazione alla professione di guida turistica.
Se si vuol far ripartire l’economia della Sardegna e aumentare il numero dei lavoratori in un settore, che porterebbe denaro da fuori isola, è necessario un riordino della professioni turistiche di accompagnamento e dei servizi con la semplificazione delle regole di iscrizione al Registro regionale delle Guide turistiche, la diminuzione delle somme da corrispondere periodicamente per l’iscrizione e la tenuta dell’iscrizione al registro, con l’organizzazione dei concorsi per esame di abilitazione alla professione con cadenza semestrale, corsi di formazione regionali e centri di orientamento e sostegno all’imprenditorialità nel settore turistico per dare la possibilità a tutti coloro che vogliono formarsi gli strumenti per poter avviare un’attività nel settore turistico. Senza caste, ma solo meriti.
Benedetta Leoni
(admaioramedia.it)