Esiste una realtà che si chiama Cus Cagliari, che è arrivata ai vertici del basket nazionale, e altre tre società, Virtus Cagliari, Astro Cagliari e San Salvatore Selargius, che stanno un gradino sotto. I quattro sodalizi per poter far fronte alle spese dei campionati di appartenenza (A1 e A2) hanno usufruito di contributi che la Regione erogava sotto forma di sponsorizzazione attraverso l’agenzia Sardegna Promozione. Da ottobre scorso, con la sua soppressione, la Regione ha, di fatto, annullato tutte le erogazioni che avrebbero ossigenato le casse societarie.
Nel corso di una conferenza stampa, il vicepresidente del Cus Cagliari e responsabile del settore basket, Marcello Vasapollo, non ha usato giri di parole: ”Il Cus Cagliari ora rischia di scomparire dall’elite della pallacanestro femminile nazionale. Proprio nel momento in cui ci è stato chiesto di partecipare anche all’Eurocup Women 2015, la società non è in grado di potersi iscrivere al prossimo campionato di serie A1. Le casse della società sono vuote, poiché da due anni stiamo tirando avanti senza i contributi regionali. La società e gli stessi dirigenti, di tasca propria hanno fatto tanto in questi due anni, ma purtroppo più di tanto non si può fare”.
La data del 9 luglio, giorno in cui scadranno i termini dell’iscrizione al campionato, si avvicina: “La realtà dei fatti è che non sappiamo come arrivare al 9 luglio, giorno in cui dovremo versare tra Fip e Lega circa 50mila euro – ha spiegato il presidente del Cus Cagliari, Stefano Arrica – E tengo a precisare che il Cus Cagliari non è affatto una società in crisi, anzi la nostra società, che conta circa 1.000 tesserati, chiude il bilancio alla pari e certe volte anche in attivo. Il discorso purtroppo riguarda il basket e i debiti che la società deve sanare nei confronti degli anni precedenti, soprattutto con le banche”.
La situazione non è rosea e gli innumerevoli tentativi di aprire un dialogo sembra siano stati disattesi da viale Trento e il presidente della Comitato regionale Fip, Bruno Perra, prende posizione in maniera decisa: "Lo sport in Sardegna non suscita, nei politici, quell’interesse che magari suscita in altre realtà nazionali. La voce Sport nei capitoli di bilancio della Regione è la parte più piccola delle quote da distribuire e questo a lungo andare non fa che accrescere il disagi, tra le famiglie e, soprattutto tra i giovani".
L’ultima speranza è lo sblocco della situazione da parte dell’Assessore competente, ma i tempi sono ristrettissimi con conseguenze anche sulla programmazione dei vari campionati.
Stefano Muscas (@stefanomuscas)
(admaioramedia.it)
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Marlon Brundu
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