Come la Juventus dell’era di Antonio Conte, la Dinamo Banco di Sardegna è una squadra che ha fame…molta fame. Lo ha dimostrato anche il giorno della festa per la conquista della sua seconda Coppa Italia. Trofeo messo in bella mostra, al centro del campo, due ore prima l’inizio del match contro l’Acqua Vitasnella Cantù, rullata al PalaSerradimigni con il punteggio di 86-69. Vittoria limpida, netta e senza sbavature quella della “banda Sacchetti”, ma soprattutto un successo voluto, fortemente voluto da una squadra che, messi da parte i faticosi impegni europei ora pensa solo al campionato. L’aria che si respirava nell'impianto sassarese era quello della festa, sicuramente, ma anche quello di chi si attende il “botto” da parte della squadra del presidente Sardara. Inutile nasconderlo a questo punto. Considerata la prova di forza espressa contro la formazione di coach Sacripanti, la Dinamo è una seria candidata alla conquista del tricolore. Cerimonia stile NBA per presentare la società e i protagonisti della tre giorni di Desio e poi l’ingresso trionfale della banda della Brigata Sassari, fresca centenaria e applaudita dai 5.000 del PalaSerradimigni e idealmente da chi, sfruttando le frequenze di Gazzetta.Tv che ha avuto il suo battesimo del fuoco proprio con la Dinamo, ha seguito da casa le imprese di Logan e compagni.
Contro la compagine lombarda la Dinamo ha dato una grande prova di forza, chiudendo praticamente l’incontro già dopo i primi 10’ di gioco. Tutti bravi e ispirati, tutti “Dimonios” al cospetto di una squadra, quale quella di Sacripanti vittima sacrificale in una serata speciale. Logan sembrava la copia esatta di quel giocatore che, oltre a mettere in ginocchio Milano nella finale di Coppa è stato Mvp del torneo. Lawal sotto le plance ha messo il bavaglio ai lunghi avversario, per non parlare di Dyson, Sanders e Brooks e per fortuna (per Cantù) mancava anche Sosa.
Eppure Cantù ha tirato meglio rispetto ai sassaresi, l'unica colpa da parte della formazione allenata da Sacripanti, è stata quella di aver conquistato meno rimbalzi e perso più palloni dei padroni di casa. Tutto molto semplice. Per Sassari un 22 su 45 da due (48,9%) contro il 21 su 41 della compagine lombarda (51,2%. Anche nei tiri da tre, punto di forza, da sempre della squadra di Sacchetti, i sassaresi non hanno brillato. Logan e compagni hanno fatto registrare un 33,3% (10 su 30) che ha fatto da contraccolpo all'8 su 19 del Cantù (42,1%). La Dinamo ha tirato più liberi rispetto agli avversari. Un 12 su 16 per Brian Sacchetti e compagni (75%), contro un misero 3 su 6 della squadra di Sacripanti (50%). Ma il vero punto di forza della Dinamo sono stati i rimbalzi (35 contro i 25 degli avversari) e le palle perse: 11 per i neo detentori della Coppa Italia e ben 28 dei lombardi.
Sanders apre le danze, ma è Logan non appaga da quanto fatto in Coppa che continua a bruciare la retina avversaria dai 6,75. L’11-0 arriva in neppure un minuto e costringe il coach Canturino a chiamare il time-out. Tutto inutile, Sassari corre e segna, ridicolizzando Cantù che chiude in forte ritardo i primi 10’. Negli altri quarti Sassari controlla, il pubblico la acclama trascinandola al riposo lungo sul 40-21. Senza storia gli altri due quarti. Alla fine tutti in piedi per questo Banco che vuole sorprendere e vuole andare molto lontano. Altra nota positiva la presenza all’intervallo dei “sassarini” che con l’inno “Dimonios”, (tutti in piedi a cantare) hanno dato quella carica in più ad una squadra che ha le carte in regola, a questo punto, per strappare dalle maglie firmate di Milano lo scudetto all’Armani.
DINAMO SASSARI – CANTU' 86 – 69 (Parziali: 25-8, 40-21, 67-45)
DINAMO BANCO DI SARDEGNA: Logan 19, Formenti 2, Sanders 11, Devecchi 7, Lawal 4, Chessa, Dyson 15, Sacchetti 4, Mbodj 2, Vanuzzo, Brooks 11, Kadji 11. Allenatore: Sacchetti.
ACQUA VITASNELLA CANTU’: Johnson 13, Feldeine 12 Awudu 10, Bloise, Laganà, Maspero, Jones 14, Shermadini 2, Hollis 6, Buvab 2, Gentile 2, Williams 8. Allenatore: Sacripanti.
ARBITRI: Mattioli, Sardella, Aronne
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(admaioramedia.it)