Il Parlamento europeo ha deciso: la Tunisia potrà esportare in Europa altre 70mila tonnellate di olio di oliva senza dazi in più in due anni. Il voto di Strasburgo (500 sì, 107 no, 42 astenuti) approva la decisione della Commissione Ue per sostenere l’economia del paese nordafricano, in grave difficoltà dopo gli attacchi terroristici degli ultimi mesi. Quindi, nel 2016 e nel 2017 potranno essere vendute sul mercato europeo 35mila tonnellate all’anno di olio tunisino a dazio zero, che si aggiungeranno alle quote annue già concordate di 56.700 tonnellate. Tra i 107 deputati europei che hanno detto ‘no’ in Aula ci sono esponenti di tutti i partiti italiani, che, per non aver difeso adeguatamente la produzione italiana, hanno messo sotto accusa sia l’alto rappresentante dell’Ue, Federica Mogherini, che il ministro dell’Agricoltura, Maurizio Martina.
Tra i voti contrari, quello già preannunciato dell'eurodeputato del Ppe, Salvatore Cicu: “Non c'è alcuna possibilità di adesione rispetto ad una decisione che va contro le nostre imprese, creando gravi danni per i nostri consumatori. Il mio no all'immissione dell'olio tunisino nel comparto agricolo nazionale resta fermo, in maniera chiara e senza equivoci. A tutela delle eccellenze italiane, soprattutto nei territori del sud, già danneggiati da ripercussioni gravi, come la Puglia con la xylella, la Sicilia con una produzione che stenta ad avere una commercializzazione adeguata, e la Sardegna, con i piccoli produttori che vogliono finalmente avere uguali identiche possibili di mercato".
"Sostenere i processi di democratizzazione della Tunisia – ha aggiunto l'eurodeputato – non significa dover compromettere i flussi commerciali dell’olio prodotto in Italia. Una vera e propria invasione con evidenti crolli del prezzo e flessione al ribasso di un settore già in profonda crisi. Il voto di oggi resta un accordo contro le nostre economie. Occorre riaprire il confronto sui finanziamenti da dedicare ad una reale tutela dei marchi, tutela più rigida e stringente per difendere il comparto agricolo da frodi, miscele di olio non italiano ma venduto come italiano”
Anche Fratelli d’Italia si era espresso da tempo contro la misura decisa nelle stanze di Bruxelles, addirittura presentando una mozione in Consiglio regionale, firmata da tutto il centrodestra: "Se il mercato richiede più prodotto, come in questo momento lo richiede – hanno sottolineato i consiglieri Gianni Lampis e Paolo Truzzu – invece di sprecare belle parole su quanto è importante rafforzare la filiera dell'olio sardo, bisognava difendere il nostro prodotto impedendo l'invasione di olio tunisino senza dazi e in secondo luogo, siamo stanchi di ripeterlo, in Sardegna, da quando c'è questa Giunta regionale e questa maggioranza, è totalmente assente una politica di rapporti geopolitici che offrano nuovi mercati ai nostri produttori: In Europa non siamo rappresentati e si dice sempre signorsì, verso il Governo si dice sempre signorsì, meno male si sono definiti sovranisti. Regioni a statuto ordinario, come il Veneto, sull'agroalimentare stanno chiudendo importanti accordi nonostante Governi ed Europa".
Per Ugo Cappellacci, coordinatore regionale di Forza Italia, è “un colpo basso al made in Italy. Un vero e proprio attentato ai produttori italiani, con il rischio che aumentino le frodi, con il mescolamento di oli d’importazione con quelli nazionali, con l’uso distorto di immagini per far apparire italiano ciò che non è, con danni incalcolabili anche nei confronti dei consumatori. E’ una decisione folle, se consideriamo che già nel 2015 l‘importazione dell’olio dalla Tunisia è già cresciuta del 481%. Tutto questo avviene sotto il naso del Governo italiano, che si limita alle solite dichiarazioni di ‘massima attenzione’, e di una Giunta regionale che non ha mosso un dito in difesa dei produttori”. (red)
(admaioramedia.it)
2 Comments
mauro
Beh, il 2% del consumo europeo è proprio una invasione! Così come saranno gravissime le conseguenze per il mercato sardo, che già produce (e vende!) a un costo molto superiore al prezzo medio europeo. Sarà che i sardi vogliono olio sardo, ma dubito che se sono disposti a pagare l'olio isolano 6 o 7 euro al litro in alternativa all'olio di supermercato a 3 euro, dovesse anche essere venduto l'olio tunisino a 2,90 cambierebbe qualcosa. Si vuole solo il protezionismo, a qualsiasi costo. @aiutiamoliacasaloro #anzino
Mario Delogu
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