Stranezze della politica. Il Comune di Olbia approva la tassa di Soggiorno mentre due assessori del Turismo, quello locale, Marco Vargiu e quello regionale, espresso proprio dalla città gallurese, Francesco Morandi, rifiutano persino la sola idea di vedere i turisti gravati di un nuovo, vecchio balzello. Passi che Vargiu stia trattenendo il fiato per chiudere la consigliatura al più presto visto che sta comodo all’interno della Giunta olbiese come un fachiro nella bambagia ma se il no lo pronuncia l’assessore regionale, forse sarebbe il caso che a Olbia aprissero le orecchie oltre che la mente. Perché il paradosso della estenuante discussione degli ultimi dieci giorni sta nel fatto che se il Consiglio regionale dovesse approvare la proposta di legge (come del resto ha detto Mirko Varchetta ieri in Consiglio) che prevede un contributo regionale per l'ambiente e il paesaggio per tutti coloro che arrivano in Sardegna, l’ordinanza di Olbia diventerebbe carta straccia.
“Secondo me – ha detto Morandi – in questo momento storico ogni introduzione di nuova tassa è odiosa. Io cancellerei la tassa di Soggiorno laddove viene applicata. Al massimo la soluzione più equa per chi paga e per chi riceve è contenuta nella proposta di legge legge regionale (la 191) che crea un fondo regionale alimentato da chi arriva in nave o in aereo che poi viene ripartita tra i Comuni con obiettivo vincolato, cioè come una tassa di scopo vera, che serve per tutelare l’ambiente e di conseguenza i servizi al Turismo”.
Al di là dei numeri, Morandi sostiene che “la funzione della tassa di soggiorno deve essere quella di creare veri servizi al turismo mentre quello che capisce è che l’imposta, anche in comuni nazionali, viene utilizzata per coprire mancati trasferimenti da parte dello Stato. A quel punto che si introducano nuove tasse – dice ironicamente l’Assessore – Altra cosa è, invece, che i Comuni incassino per reinvestire nel turismo, che rappresenta uno scenario completamente diverso. La tassa di soggiorno non influisce tanto sulla destinazione. Il turista è più o meno abituato a vederla esposta. Non sceglie la destinazione in funzione che ci sia o non ci sia la tassa, però sono vere due cose: siccome si paga a testa per notte, una famiglia di quattro persone che viene in Sardegna per una settimana si ritrova a pagare anche cifre importanti. E questo incide moltissimo sulla tariffa alberghiera in quegli hotel che operano in maniera trasparente e che, ovviamente, non fanno nero né alimentano il sommerso; seconda questione, Il turista non percepisce la suddivisione in distretti amministrativi. Il territorio è territorio, non capirà mai perché si applica in un certo modo ad Olbia, in un modo diverso a Cagliari ed in un altro ancora ad Alghero o perché a Palau o Golfo Aranci, giusto per fare un esempio, non si paga. Tutto questo non ha senso. E poi spiegare le dinamiche sarebbe complicatissimo. Altra cosa è organizzare un contributo in maniera ordinato e spalmato in tutto il territorio. Questo non crea confusione, è più facile da spiegare e anche da gestire”. Olbia è avvertita.
Mauro Orrù
(admaioramedia.it in collaborazione con Olbianova)
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Luisa Saiu
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