Nonostante l’interpellanza presentata a novembre, sul tema della mancata creazione di una carta vocazionale per la maricoltura sarda, indispensabile per organizzare le attività lungo le acque costiere e per disegnare le prospettive all’interno dello spazio marittimo dell’Isola, Gianluigi Rubiu, capogruppo regionale dell’Udc, torna alla carica con una mozione consiliare: “Rappresenta un vero e proprio piano regolatore del mare isolano – ha sottolineato l’esponente centrista – E la Sardegna è il fanalino di coda sull’istituzione della carta”.
Il decreto legislativo 201, approvato lo scorso 17 ottobre, in attuazione di una Direttiva europea, istituisce un quadro per la pianificazione dello spazio marittimo, delegato alle Regioni, con l’obiettivo di promuovere la crescita delle economie marittime, lo sviluppo delle zone marine e l’uso delle risorse marine, ovviamente nel rispetto dell’ambiente, in un quadro ecosostenibile. Il mare come generatore anche di economia, con riferimento sia alla navigazione, per esempio porti e turismo, che alle attività produttive, come pesca ed acquacoltura.
Mentre in Sicilia ed in Basilicata si sono già predisposti i bandi per finanziare nuove attività per impianti legati alla maricoltura ed al comparto ittico, “in Sardegna si registra solo immobilismo – ha commentato Rubiu – Con l’approvazione della carta e di una legge per il distretto del tonno ci sarà un progetto in grado di rilanciare le marinerie del distretto Sulcis Iglesiente, Alghero, Orosei e Golfo Aranci, già in forte difficoltà per i danni subiti da cormorani, delfini e vincoli imposti dalle servitù militari. Con le aree vocazionali si avrebbero nuovi margini di competitività per le aziende ittiche, con sbocchi commerciali e occupazionali, oltre alla maggiore attrazione delle produzioni connesse alla pesca isolana. Attraverso questo intervento ci potrebbero essere almeno 600 nuovi posti di lavoro, con il settore delle marinerie che diventerebbe strategico anche per la Sardegna”. (red)
(admaioramedia.it)