Come ampiamente previsto, ha nevicato in quasi tutta la Sardegna e stavolta, purtroppo, non la si e’ vissuta nei sorrisi dei bambini, ma si sono contate le lacrime e i danni che questa ha causato. Il centro Sardegna è stato messo a dura prova da una nevicata eccezionale che ha bloccato le strade, fatto crollare capannoni aziendali e ucciso il bestiame.
In queste ore è iniziata la conta dei danni, che già si annunciano ingenti. Non è bastata la neve, a dare il colpo di grazia ci ha pensato una tempesta e le forti trombe d’aria. Chi dovrà rispondere alle tante domande che da giorni amministratori locali, allevatori e cittadini delle zone interne si pongono. Come è possibile che nei paesi di montagna non ci sia un piano di prevenzione, dove non esiste uno spazzaneve o uno spargisale. Dove i pastori e i Comuni devono noleggiare un elicottero al costo di 30 euro al minuto per raggiungere gli ovili e portare foraggio ai pochi animali sopravvissuti.
Nonostante i preavvisi di questa grande nevicata, non si è studiato un piano di prevenzione per evitare anche queste perdite di bestiame. Contro Madre Natura l’uomo può fare poco, ma è anche vero che con più mezzi a disposizione e con fondi destinati a questo tipo di eventi i Comuni di montagna non vivrebbero come un dramma ogni nevicata o pioggia. Si spendono tanti soldi, e talvolta per cose inutili, e non si pensa di investire per salvaguardare le nostre montagne, che in questi giorni hanno perso più del 30% del patrimonio boschivo, sbriciolato da neve e vento.
Il Governo Berlusconi aveva creato un sistema di eccellenza per affrontare le emergenze che aveva dato poteri e finanziamenti straordinari alla Protezione civile, raggiungendo nel 2010 l’importante stanziamento di 2,072 miliardi di euro. Eravamo così riusciti ad affrontare le grandi emergenze nazionali e regionali in maniera rapida ed efficace. Ma poi tutto è andato perso, infatti, quei fondi sono stati decurtati fino ad arrivare nel 2016 a 0,454 mld di euro. Questo significa tre quarti di servizi in meno, tre quarti di rapidità di intervento in meno, tre quarti di efficienza e strumenti in meno. Lo abbiamo visto durante le tristi vicende di questi giorni nel sud Italia, lo stiamo vivendo nelle zone colpite dalle forti nevicate del centro Sardegna, ma lo abbiamo vissuto anche durante la forte bufera di sabato scorso a Cagliari, per la quale non sono state neppure chiuse le scuole, nonostante la città si sia trovata di fronte a uno degli eventi climatici più impegnativi di questo inverno.
Insomma, sempre la solita storia, nonostante la Sardegna sia soggetta a forti nevicate e piogge alluvionali ogni anno, ci troviamo davanti a un governo regionale e nazionale che preferisce alla prevenzione la puntuale elemosina di qualche fondo per la ricostruzione e il tamponamento delle ferite dei territori, ma sarebbe bene ricordare che se le ferite parzialmente guariscono è altrettanto importante evitare cicatrici.
Pierpaolo Cassoni e Roberto Diana – Forza Italia Giovani
(admaioramedia.it)