Dopo le ulteriori conferme, giunte dall’incontro nella Prefettura di Cagliari tra presidente Pigliaru e sindaco di Macomer Succu con il capo del Dipartimento Immigrazione, Gerarda Pantalone, si organizzano gli oppositori all’apertura nell’ex carcere cittadino di Macomer di un Centro di permanenza e rimpatrio (Cpr), destinato ad ospitare i clandestini algerini che arrivano direttamente nelle coste del Sulcis.
Cittadini indipendenti, appoggiati anche dai movimenti politici di Destra sociale, Forza Italia, Fratelli d’Italia, Movimento cristiano, Riformatori sardi e Movimento Zona franca, hanno deciso di creare un comitato cittadino per opporsi a questa scelta del Governo nazionale, appoggiata dalla Giunta regionale e dalla Giunta comunale macomerese, considerandola “scellerata per il futuro e la sicurezza della città”.
Secondo i cittadini del Comitato cittadino contro l’apertura del Cpr a Macomer, “un Sindaco diligente e rispettoso della sua comunità mai avrebbe sottoscritto accordi vincolanti per il nostro territorio, a poco più di sei mesi dalla scadenza del proprio mandato, impegnando il suo successore e la comunità stessa a fare i conti con una bomba sociale che potrebbe creare gravissimi problemi in tema di sicurezza. Se il Sindaco avesse optato per un referendum consultivo, cosa che auspicavamo, avrebbe capito che la cittadinanza non desiderava e non desidera avere il Cpr, ed avrebbe dichiarato la ferma contrarietà dell’Amministrazione alla proposta del Ministero”.
Per i lavori di adeguamento della vecchia casa circondariale di Bonu Trau, che nei prossimi giorni riceverà la visita dei tenici del Ministero dell’Interno, sarebbero disponibili circa 3 milioni di euro: “Uno sperpero di denaro pubblico inaccettabile. La scelta è tanto più scellerata per il fatto che Macomer non è sede di porti ed aeroporti, luoghi ultimi destinati al rimpatrio. Il Cpr non comporterebbe poi quell’indotto economico generato dal vecchio carcere, a cui il Sindaco tanto si richiama: la creazione di pochi posti di lavoro non è sufficiente a giustificare la lesione del diritto alla sicurezza di tutti, rischiando di creare una situazione ingestibile in termine di ordine pubblico, in un territorio fiaccato dalla perdurante recessione economica. Poche buste paga, affidate non si sa bene come, non possono consentire di portare avanti una simile imposizione. Macomer si dovrebbe fare carico dei rischi connessi ad una simile presenza, senza averne le capacità economiche e sociali”.
Tra i problemi fortemente segnalati dal Comitato, quello che “i migranti in attesa di espulsione sarebbero controllati da cooperative composte da civili disarmati, che poco potrebbero fare in caso di sommossa interna o tentativo di fuga. Non crediamo che il Sindaco Succu e la sua Giunta comunale possano poi, dopo aver perso negli anni gli uffici della Guardia di finanza e la Polizia ferroviaria, ottenere di colpo un aumento degli organici delle forze di polizia, con la conseguenza che il già difficile lavoro degli agenti attualmente dislocati nel territorio sarebbe saturato dalla gestione del Cpr. Non riteniamo credibili le rassicurazioni in materia di sicurezza che giungono da quelle stesse Prefetture e dai rappresentanti del Ministero che ancora oggi non ha un progetto organico per la gestione di tale emergenza”.
Secondo il prefetto Pantalone, il Cpr sarebbe un centro di detenzione amministrativa, quindi gli ospiti algerini non potrebbe entrare ed uscire liberamente, come fanno oggi da Monastir, determinando gli ormai noti problemi di sicurezza nelle strade del centro di Cagliari, dove si riversano quotidianamente, al di là del fatto che siano già destinatari di un provvedimento di espulsione
“Essendo un semplice fermo amministrativo – aggiungono i rappresentanti del Comitato – potrebbero lasciare il Centro per visite sanitarie, incontri con i loro legali e trasferte verso i tribunali competenti, con il conseguente rischio di evasione e libera circolazione per le strade cittadine. Non vogliamo che Macomer subisca gli stessi disagi che sta vivendo Cagliari. Abbiamo il diritto e soprattutto il dovere di difendere la nostra Città dall’arroganza di un’Amministrazione comunale che impone le sue scelte a scapito della la collettività. Gli abitanti di Macomer, cittadini di una Repubblica democratica e non sudditi di un feudo del Partito dei sardi, hanno il diritto di essere ascoltati.” (red)
(admaioramedia.it)
3 Comments
Mirella Mare
se almeno iniziassero a rimpatriarne un po di questi algerini e non solo loro!
Pala Giovanni Antonio
Aprono CPR come se fossero ovili gestibili dalla popolazione. Questo non è accoglienza questa e invadenza popolare
Pierangela Masili
Questo è un carcere. E le carceri sono posti dove i condannati stanno dentro. Controllati dagli agenti non dalla popolazione.