Con 29 voti a favore (19 i ‘no’), la maggioranza di centrosinistra del Consiglio regionale ha approvato la legge, presentata da Pietro Cocco, capogruppo del Pd, che prevede due mesi di cassa integrazione e poi il passaggio ad Igea (società in house della Regione) degli oltre 500 lavoratori Ati-Ifras impegnati nel Parco Geominerario. Giusto in tempo: la convenzione tra Regione ed Ati sarebbe scaduta il prossimo 31 dicembre ed i lavoratori avevano già ricevuto la lettera di licenziamento.
Oltretutto, il tentativo di proroga per un altro anno in attesa del nuovo bando internazionale per l’affidamento degli interventi di bonifica e di valorizzazione del patrimonio, votato lo scorso 30 novembre all’unanimità dal Consiglio, era stato bloccato dal Direttore generale dell’Assessorato del Lavoro: ”L’ha considerata non giuridicamente praticabile, anche se dal nostro punto di vista è legittima – ha spiegato Cocco – Siamo davanti ad una situazione complicata che intendiamo risolvere assumendoci qualche responsabilità, e cioè affidare la prosecuzione del progetto non all’Ati, ma ad Igea. In concreto, si dovrà fare prima la profilazione dei dipendenti a cura dell’Aspal anche tenendo conto dei territori, mentre per i lavoratori è previsto l’accesso al trattamento Aspi per due mesi e poi il trasferimento ad Igea a tempo determinato fino al nuovo affidamento. Una proposta ragionevole ed importante, che va incontro ai lavoratori”.
Per la Giunta regionale, ha parlato il vicepresidente, Raffaele Paci: “Una situazione complessa che si trascina da 13 anni. Abbiamo solo l’obiettivo di tutelare i lavoratori dando loro certezze con provvedimenti che abbiano una solida base amministrativa. Dobbiamo mettere fine alle proroghe e solo il bando europeo darà certezze ai lavoratori. Sulla proroga, il dirigente ha espresso una serie di criticità ed ha chiesto un parere all’Autorità nazionale anticorruzione, avendo forti dubbi sulla legittima”.
L’opposizione, che ha contestato la resa al diktat del direttore, ha votato contro convinta che manchi “una chiara strategia ed un progetto di rilancio – ha spiegato il capogruppo regionale dell’Udc, Gianluigi Rubiu – La verità è che la Regione sceglie la strada della cassa integrazione per i dipendenti del Parco geominerario, contravvenendo e non rispettando la legge approvata dal Consiglio regionale il 30 novembre. Una figuraccia colossale e senza precedenti. Un ulteriore colpo per il Sulcis Iglesiente ed il Medio Campidano con professionalità che finiranno nel calderone degli ammortizzatori sociali, lasciando senza un piano di sviluppo un patrimonio unico dell’Isola”.
“Una Giunta che cambia idea ogni tre settimane non è in grado di affrontare questioni delicate, che non possono essere rimandate con un continuo cominciamo domani – ha commentato Ugo Cappellacci, coordinatore regionale di Forza Italia – Da tre anni, Pigliaru e i suoi esimi colleghi comunicano che stanno lavorando al migliore mondo possibile, ovviamente teorico, ma sono assolutamente assenti su tutti i fronti e in particolare su temi riguardo ai quali la sinistra rivendica una presunta sensibilità, che no dimostra con i fatti. I lavoratori e le loro famiglie non possono pagare l’assoluta incapacità dei baroni di villa Devoto di prendere decisioni, di passare dalla barbosa teoria alla pratica”.
Per Ignazio Locci (Forza Italia), “dietro questa legge si cela un disegno più complessivo. Si vuole tornare alle politiche attive del lavoro cosi come normate in origine nella Finanziaria. Quindi non ci sarà nessun piano industriale e ci sarà il tentativo solo di allungare i tempi”. “E’ un provvedimento che palesa lo stato confusionale in cui si trovano giunta e maggioranza al governo della Regione che, a distanza di venti giorni, ripropongono in aula un intervento che non garantisce certo i lavoratori e complica la situazione per il futuro del Parco Geominerario”, ha aggiunto il capogruppo di Forza Italia, Pietro Pittalis. (red)
(admaioramedia.it)