I dati Istat sulla rilevazione del mercato del lavoro (mesi di aprile, maggio e giugno) dicono che la situazione occupazionale della Sardegna migliora, anche se, essendo numeri relativi al mercato stagionale, è opportuno confrontarli col medesimo periodo dell'anno precedente.
La forza lavoro (occupati o persone in cerca di occupazione) è aumentata di oltre 22mila unità, il 3,4% in più (il Mezzogiorno è al 2%, tutta l'Italia allo 0,7%), soprattutto grazie ad un maggior ingresso nel mercato del lavoro delle donne (+6,5%): "Questo significa – ha sottolineato l'assessore della Programmazione, Raffaele Paci – che aumenta la fiducia dei sardi, che si riaffacciano attivamente sul mercato del lavoro e non sono più scoraggiati come nel recente passato tanto da non cercare neanche più un'occupazione. Quindicimila persone in più rispetto allo scorso anno hanno trovato un lavoro, e questo è un buon segnale, mentre gli altri 7.000 lo stanno comunque cercando".
Gli occupati in Sardegna continuano a crescere per il terzo trimestre consecutivo, con un aumento del 2,7% rispetto a un anno fa. Anche in questo caso la crescita è maggiore rispetto al Sud (+2,1%) e al dato complessivo nazionale (+0,8%). Con questo aumento, il tasso di occupazione in Sardegna (percentuale di occupati rispetto al numero complessivo di chi cerca lavoro) si attesta al 50,3%, media di gran lunga superiore al 42,6% del Mezzogiorno. La gran parte dei nuovi occupati sono nell’agricoltura (+13.500 unità) e nei servizi (+13.400), mentre si registra un’ulteriore flessione di occupati nell'industria e nelle costruzioni. I Sardi che cercano lavoro sono 124mila, cioè il 18%, in aumento rispetto all'analogo di un anno prima ma in costante riduzione rispetto alle ultime tre rilevazioni trimestrali. Il tasso di disoccupazione nell’Isola resta inferiore a quello del Mezzogiorno (20%), ma resta elevato il divario rispetto alla media nazionale (12,1%).
"Complessivamente il dato conferma i segnali positivi – ha aggiunto Paci – Il sistema produttivo riprende ad assorbire, certo non abbastanza per dare risposte a tutte le persone che cercano lavoro in Sardegna, ma questi segnali, durante una crisi economica così forte e che non è ancora finita, sono importanti e vanno consolidati. Dobbiamo continuare con le nostre politiche che puntano alla ripresa degli investimenti, al rilancio dell'economia e delle opere pubbliche in modo da rafforzare la ripresa di questi settori e affiancare quella del turismo, che quest'anno in Sardegna è stata molto importante".
Meno entusiastico il commento della Cisl: “L’Istat conferma la debolezza del mercato del lavoro sardo, che non riesce a beneficiare totalmente dei segnali positivi che, sia pure molto timidamente, cominciano a verificarsi – ha detto il segretario generale, Oriana Putzolu – L’aumentato tasso di occupazione non scalfisce il tasso di disoccupazione, addirittura salito di 0,5 punti. Il sistema produttivo sardo non ha la forza e la consistenza per rispondere efficacemente all’offerta di lavoro sempre più crescente e qualificata. L’attuale situazione potrà essere modificata in senso positivo solamente attraverso decisi interventi per eliminare le diseconomie strutturali dell’isola: trasporti, infrastrutture, insularità, banda larga, etc. La conferma che le politiche del lavoro in Sardegna arrancano, soprattutto quelle destinate ai giovani. In particolare il programma 'Garanzia giovani' che, nonostante le risorse stanziate e l’avvio di diversi strumenti messi in campo, non riesce a dare risultati quantitativamente soddisfacenti. Il generalizzato calo nazionale degli occupati 15-34enni e 34-49enni non ha risparmiato i giovani sardi, che sempre più numerosi, negli ultimi anni, hanno preferito la via dell’emigrazione all’inattività assoluta”. (red)
(admaioramedia.it)
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