La recente creazione, da parte della Giunta Pigliaru, di un braccio operativo della Regione per accelerare i tempi di progettazione e realizzazione delle opere ritenute strategiche non ha avuto un consenso unanime, anzi, soprattutto tra i professionisti, ha creato allarme e dubbi.
La società “Opere e infrastrutture della Sardegna srl”, con un capitale sociale di200mila euro interamente detenuto dalla Regione, dovrà operare esclusivamente a favore del socio unico e sarà soggetta al controllo da parte dell’Assessorato regionale dei Lavori pubblici. Proprio l’assessore Balzarini, questa mattina, ha incontrato una rappresentanza degli ordini professionali, Patrizia Sini, coordinatrice regionale della Rete delle professioni tecniche, che ha consegnato un documento elaborato nella riunione del 9 gennaio, ed il presidente dell’Ordine dei geologi, Giancarlo Carboni.
“Nelle intenzioni della Giunta, la Società vuole rappresentare un’opportunità per il settore delle opere pubbliche e, in particolare, per il sistema delle professioni – ha detto l’esponente della Giunta Pigliaru, confermando la volontà di coinvolgere gli ordini nel costruendo piano economico finanziario, nella fase di avvio ed in tutto il percorso, anche attraverso un tavolo permanente di confronto – Probabilmente, alcune delle osservazioni critiche pervenute nei giorni scorsi possono derivare da una non esaustiva esplicitazione delle finalità della Società, frutto di un percorso durato quattro anni che contiene numerosi aspetti innovativi aventi l’obbiettivo di migliorare la gestione del ciclo delle opere pubbliche in Sardegna. La Società ha l’ambizione di essere lo strumento sperimentale volto a verificare la possibilità di perseguire positivamente tale obiettivo. Seppur sia stata da alcuni frettolosamente definita ‘società di progettazione’ è ben altra cosa e non costituisce nessuna turbativa per la consueta corrente operatività delle libere professioni di cui, peraltro, deve avvalersi. Intende essere uno strumento per potenziare la capacità della Pubblica amministrazione di svolgere i compiti di istituto, anche attraverso la valorizzazione della figura del project manager di modello anglosassone, che garantisca un coordinamento uniforme ed efficace per la velocizzazione delle procedure”. (red)
(admaioramedia.it)