Mi sono fatta prendere la mano dai test che impazzano sul web. Del resto, l’arcinota veridicità delle risposte a domande fondamentali per la vita comune, porta a chiedere l’incremento esponenziale delle stesse per ogni aspetto della nostra quotidianità, per fornire le risposte che fino ad ora non eravamo riusciti ad ottenere.
Per noi Sardi questo assumerebbe valenza straordinaria e strategica quasi vitale. Ho partecipato, quindi, al primo test creato per gli abitanti della Sardegna il cui titolo era “ti senti un viaggiatore?”. L’elaborazione mi ha fornito una risposta straordinaria: se non cambi regione non lo diventerai mai, ma se cerchi lavoro il viaggio di sola andata è garantito. Il secondo test riguardava la salute ed era così formulato: sei soddisfatto della riforma sanitaria? Anche in questo caso la risposta è stata illuminante: se sei nato in Lombardia, Veneto ed Emilia puoi rispondere, se sei nato in Sardegna puoi chiedere di trasferirti in queste regioni. Inizio a credere che i test siano davvero risolutivi per la vita di tutti i giorni. Mi sottopongo dunque ad una nuova prova sul mondo giovanile formulata in questo modo: pensi che i giovani abbiamo diritto a lavorare nella loro terra? Qui la risposta è stata addirittura multipla: se sei uno dei 120.000 giovani sardi che hanno già lasciato la propria terra è facile che lo abbia già trovato all’estero, se sei testardo e vuoi rimanere devi fare almeno tre figli per richiedere un pezzo di terreno e la zappa.
Tutte le risposte sono racchiuse nei test e noi poveri Sardi sprovveduti che abbiamo per anni affidato le sorti della nostra terra e dei nostri figli alla politica non ce n’eravamo mai accorti. Per chiudere, faccio proprio l’ultimo quesito sulla politica, mi dicono che sia importante per la creatrice, e non per il creatore, perché garantirebbe visibilità e pubblicità editoriale. Il titolo è “quanto sei fascista?”. Bene, io l’ho fatto e per questo motivo ho chiesto al Brasile protezione, dichiarandomi prigioniera politica. Mi dicono che di questi tempi sia meglio così…
Biancamaria Balata
(admaioramedia.it)