Nel 2014 furono appena 159, mentre nel 2015 arrivarono a quasi il doppio: 291 (54 dei quali minorenni e solo 2 donne), quasi esclusivamente algerini. Ad oggi, le coste sulcitane hanno già registrato l’arrivo di 406 clandestini in arrivo dall’Algeria (negli ultimi due giorni ben 111, due dei quali arrestati come scafisti). I cosiddetti ‘sbarchi diretti’, nel linguaggio burocratico della Prefettura. Una rotta facilitata dalla relativa vicinanza delle coste e dalla possibilità di affrontare il viaggio anche con un mezzo non proprio attrezzato, spesso piccole barche di legno di massimo 6 metri, senza bagagli e documenti, ma con cibo sufficiente alla traversata e tanta acqua a disposizione. Una volta arrivati, tentano di far perdere le proprie tracce, ma solitamente vengono fermati ed inviati nelle strutture di accoglienza, seppure non siano altro che clandestini e perciò non possano far parte delle migliaia di richiedenti asilo, salvati al largo delle coste libiche nell’ambito dell’operazione umanitaria europea. Insomma, il tentativo di sparire è solamente rinviato di qualche giorno, così da evitare di essere destinatari dei provvedimenti dell’Autorità con richiesta di immediata espulsione per l’ingresso irregolare in Italia. Peraltro, frequentemente ne sono già destinatari o addirittura sono pregiudicati, che rientrano come se i confini italiani fossero porte girevoli.
Inutile nascondere che frequentemente gli algerini non tardano a mettersi in mostra, tanto che nei primi giorni di agosto, in appena 24 ore, a Cagliari ben 5, appena arrivati nell’Isola, si sono resi protagonisti di scippi e rapine sopratutto ai danni di giovani donne. Anche ieri, altri tre, tra quelli appena sbarcati nel Sulcis ed ospitati all’ex Motel Agip, si sono resi protagonisti di un furto in centro città. Notizie che ormai, per non eccitare e spaventare ulteriormente l’opinione pubblica, si tenderà gradualmente ad occultare. Invece, continuano le denunce dei sindacati di Polizia (Sap in testa, ma ieri anche la Uil Polizia) per la carenza di uomini e mezzi che consentano di affrontare adeguatamente questa emergenza, oltre alle consuete attività di controllo dell’ordine pubblico e di repressione dei reati.
L’allarme viene rilanciato anche dal deputato di Unidos, Mauro Pili: “Una rotta pericolosa che giorno dopo giorno si rafforza, quella tra il Sulcis e il Maghreb, a conferma di un fronte incontrollato del sud dell’isola, dove può arrivare chiunque, terroristi compresi. Una situazione che Alfano vorrebbe continuare a nascondere”.
Poi, diffondendo alcune immagini scattate all’interno della caserma Carlo Alberto, in viale Buoncammino a Cagliari, ha evidenziato la precaria situazione dovuta al flusso continuo di clandestini recuperati nel sud Sardegna: “Profughi che vengono ammassati nei corridoi e nei cortili della caserma costringendo gli operatori della Polizia a lavorare in condizioni insostenibili e dove gli stessi clandestini sono costretti a cercare refrigerio sotto i cassonetti dell’immondizia. E’ impossibile che non sia stata ancora data soluzione a questa vergognosa gestione e soprattutto non siano stati messi in condizione di operare dignitosamente gli uomini della Polizia, dei Carabinieri, Guardia di finanza e della Capitaneria di porto. È facile fare conferenze stampa nei salotti romani, altra cosa è la reale situazione in trincea. Una gestione scandalosa con Prefettura e responsabili del Ministero dell’interno ignavi e incapaci di affrontare questa situazione”. (fm)
(admaioramedia.it)
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