Dopo lo sbarco, nelle ultime giornate, di altre migliaia di nuovi immigrati nelle coste italiane, dal 1° gennaio 2017 ad oggi siamo già arrivati a quota 43.245: il 38,54% in più rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso (31.214) e tra questi quasi 6.000 minori non accompagnati. Proprio oggi, il Ministero dell’Interno ha comunicato che nelle scorse ore ha provveduto ad inviare alle Regioni interessate la lista delle strutture prescelte per diventare Cpr (Centri permanente per i rimpatri), previsti nel piano del ministro Minniti per sostituire i vecchi Cie. C’è, ovviamente anche la Sardegna: sarà l’ex carcere di Sa Stoia di Iglesias a trasformarsi in Cpr.
“Due anni fa feci la prima denuncia e due mesi fa comunicai la decisione del governo di trasformarlo in un centro per immigrati, oggi, la Regione ha avuto la comunicazione ufficiale”, ha subito commentato il deputato Mauro Pili, nel suo profilo Facebook. Ovviamente, per questo progetto (dovrebbe ospitare almeno 150 immigrati) saranno necessari adeguati lavori di ristrutturazione con relativi investimenti: “Si tratta di un progetto folle e scellerato – ha aggiunto il Parlamentare di Unidos – sia sul piano della dislocazione di un centro di accoglienza in un carcere sia per l’inopportunità di una struttura in un’area priva di qualsiasi tipo di servizio ma ricompresa in un compendio ad alta densità abitativa rurale. Tutto questo sta avvenendo nel più totale silenzio delle istituzioni. Tutte le smentite e i reiterati silenzi sulla struttura crollano dinanzi ad una comunicazione ufficiale direttamente dal Ministro alla Conferenza delle Regioni”.
Secondo Pili, “l’Amministrazione comunale si deve opporre a questa imposizione e chiedere la restituzione di quel patrimonio considerato che è cessata la funzione statale del bene e che, in base all’articolo 14 dello Statuto, nello stesso istante in cui cessa l’originaria funzione statale quel bene immobile deve transitare nel demanio regionale e poi quello comunale”.
La vicenda di Iglesias è l’ennesima dimostrazione che la gestione dell’immigrazione prosegue senza ripensamenti da parte del Governo nazionale, e sopratutto senza il coinvolgimento degli amministratori sul territorio e tanto meno delle comunità locali. Il prefetto Perrotta aveva spiegato bene ad alcuni amministratori poco sensibili al richiamo del ‘business immigrazione’ che con le buone o con le cattive gli ‘ospiti’ sarebbero stati distribuiti nei territori secondo la nuova logica dell’accoglienza diffusa. E visti gli elevatissimi numeri dei nuovi arrivi, la struttura penitenziaria di Iglesias sarà solo la prima struttura pubblica ad essere requisita per questo scopo.
Anche Forza Italia, con la voce del suo coordinatore regionale, Ugo Cappellacci ha protestato: “L’ennesimo signorsì di un presidente e di una Giunta regionale succubi del giglio magico di Renzi. Sarebbe un centro di permanenza a tempo indeterminato, visto che i rimpatri non vengono mai e visto che solo una minima percentuale delle persone che arrivano nell’isola durante gli sbarchi di massa imposti da Roma ha il diritto di asilo. Diciamo no ad un’immigrazione senza criteri e senza controlli che, secondo i disegni di qualcuno, dovrebbe attivare una sostituzione del popolo sardo e che sta alimentando il business dei trafficanti di persone”. L’esponente azzurro ha anche annunciato che venerdì, alle 18, ci sarà una manifestazione davanti all’ex carcere di Iglesias. (red)
(admaioramedia.it)