Continua a tenere banco in Sardegna l’allarme immigrazione. Un’emergenza che si spiega con lo sbarco inarrestabile e ormai quasi quotidiano di migranti, provenienti soprattutto dalla vicina Algeria, sulle coste meridionali dell’Isola. Un’emergenza che si traduce in un rivolo di ansie e di angosce ulteriori per i tanti centri isolani costretti a fare i conti con il fenomeno, a cominciare dai gravi contraccolpi a discapito dell’ordine pubblico: una tensione generata in larga parte dai tanti fatti di cronaca succedutisi negli ultimi mesi e con protagonisti immigrati clandestini.
Fatti di una cronaca che troppo spesso è cronaca nera, come il recente episodio del regolamento di conti tra immigrati maghrebini nel quartiere cagliaritano della Marina a Cagliari, culminato con un accoltellamento e conclusosi solo per un miracolo senza vittime. Fatti di una cronaca che troppo spesso si traduce anche in pratiche immorali come l’ultimo episodio del 31enne di nazionalità algerina che, già arrestato ed espulso dai confini italiani, è stato sorpreso in piena attività di spaccio nel centro del capoluogo.
In questo clima di alta tensione ha avuto un effetto dirompente la recente scoperta di una vera e propria organizzazione presente sul territorio e dedita al supporto del fenomeno dell’immigrazione clandestina. Un’organizzazione composta da almeno sette persone, tutte arrestate a seguito di una indagine condotta dalla Polizia che ha consentito la scoperta dell’attività di assistenza e di supporto agli immigrati in tutte le fasi del viaggio della speranza, dalla partenza al transito verso la penisola, con annessa accoglienza, approvvigionamento di documenti falsi e assistenza nel tragitto verso il continente. Tutto questo lungo la rotta Annaba-Sulcis, sempre più uno snodo cruciale per chi si propone di approdare dall’Africa in Europa.
Quel che è certo è che, di volta in volta, gli ultimi arrivati vanno ad aggiungersi alle migliaia di stranieri già presenti nell’Isola, a loro volta accolti e ospitati nelle strutture dedicate all’accoglienza e già da tempo sature e ai limiti del tracollo. Persone accolte con enorme dispiego di risorse e di mezzi sottratti all’emergenza quotidiana della Sardegna e dei sardi, con gli uomini e le donne del volontariato, della Protezione civile, delle Forze dell’Ordine, della sanità e della Capitaneria di Porto sottratte a una quotidianità che è già di per sé stessa un’emergenza anche igienico sanitaria, senza trascurare tematiche delicate come quella dei minori non accompagnati, che richiedono in aggiunta alle attività di prassi un’organizzazione e una preparazione ancora più specifica e qualificata. E tutto questo a fronte di una congerie di questioni spinose che assorbe l’impegno delle forze dell’ordine, distraendole da altri versanti cruciali per la nostra società.
Davanti a una tale inquietudine generale , cresce il malessere popolare che diventa ogni giorno di più un imprevedibile malcontento interrotto soltanto dal consueto lancio delle solite, trite e ritrite accuse di razzismo all’indirizzo di chiunque si rifiuti di ignorare, sottovalutare o scansare il problema
Nicola Silenti
(admaioramedia.it)