La Sanità costa. Solo farnetici, buontemponi e scimuniti possono pensare di diminuirne l’entità in maniera sostanziale. E’ altrettanto vero, assioma noto agli esperti della materia, quelli veri, che la Sanità di buona qualità, ben articolata e adeguatamente organizzata, costi meno. Recentissimamente alcune voci si sono sollevate in merito alla affatto presunta enormità della spesa sanitaria sarda, che, udite udite, ammonta a 352 milioni in più rispetto a quanto dovrebbe essere.
Io, romito scarsamente informato, se non per grazia di amici che sanno, chiedo: ma chi stabilisce quanto dovrebbe essere? Quasi piccati mi rispondono: il Cipe ha stabilito quanto costi garantire i Lea ai Sardi. Soldi che in teoria dovrebbe sganciare il Governo centrale. In teoria appunto: uno, la Regione finanzia totalmente, con risorse proprie, la Sanità; due, chi, e con quali criteri ha stabilito che si possano assicurare i Lea con quella cifra? Il Governo, mi rispondono. Sommessamente, ma con un rilevante giramento di palle, chiedo tre cose: il concetto di Livelli essenziali di assistenza è ancora attuale? Sono adeguati alla realtà odierna, vista la loro non più giovane età (2001)? E. last but not least, lo sanno i signori di Roma che anche le siringhe pagano il biglietto della nave per venire in Sardegna? …I fatti suggeriscono che la risposta sia un bel 'no' a tutte le tre domande.
Ci si meraviglia che in un anno la spesa sia lievitata di ulteriori 50 milioni… Amici saggi ricordano a me, ignorante romito, che un terzo della spesa sanitaria è relativo all’acquisto di beni e servizi (un miliardino di euro circa) e che il solo incremento dell’Iva basterebbe a coprire una buona metà di quell’importo, che, sic stantibus rebus, non appare più così enorme. Ciò non autorizza nessuno a non correggere alcune vistose storture esistenti sia nelle modalità di erogazione dell’assistenza, sia nella metodologia di approvvigionamento di beni, da parte delle Aziende sanitarie.
L’unico serio tentativo di modificare la struttura della spesa sanitaria lo fece l’assessore regionale della Sanità Antonello Liori, che riuscì a far approvare dalla Giunta, nel luglio 2011, la delibera “Avvio procedure di riorganizzazione della rete dell’emergenza, della rete ospedaliera e della rete territoriale. Approvazione preliminare”, che riorganizzava in ottemperanza alle necessità reali assistenziali, e non ai campanili, ai feudi elettorali, ai bacini clientelari e via schifando, applicando criteri rigorosamente scientifici, la rete dell’assistenza sanitaria in Sardegna, intervenendo efficacemente sulla struttura della spesa. Quando i potenti del Consiglio Regionale, a destra, a sinistra e al centro, si accorsero della reale dirompenza dei suoi contenuti, l’atto venne subdolamente rallentato fino al definitivo blocco.
Sentire ora una parte di questi stracciarsi le vesti… infastidisce non poco. Saggi amici mi suggeriscono, inoltre, che non ci si debba preoccupare tanto del numero delle aziende sanitarie (4 o 8, il disavanzo non si modifica di certo per queste inezie), quanto di fornire regole cogenti, per le modalità di spesa e l’organizzazione dei servizi, ai direttori generali delle Aziende sanitarie. Pur essendo di destra, e non poco, dal mio romitaggio in quel periodo ho desiderato di essere nella rossa Emilia, dove le competenze in maniera di organizzazione dei servizi sanitari sono in capo alla Giunta… e non passano per il Consiglio regionale…
Il Romito
(admaioramedia.it)