La gara che ti aspetti, infatti giudicare l’ arbitraggio di Marco Guida sta diventando semplice, e non perché le sue prestazioni siano una garanzia, ma per l’esatto contrario: la sua mediocrità.
Ha diretto con il solito atteggiamento sufficiente, quasi fosse il principe dei fischietti, invertendo sovente le valutazioni dei falli, in una gara dove la Lazio, che avrebbe dovuto fare un sol boccone dell’avversario, si è trovata in svantaggio da metà primo tempo, e cosi’ facendo la gara è scivolata sul binario di un’agonismo esasperato.
Da quel momento, non si è fatto trovare pronto nelle decisioni, ricorrendo all’uso esagerato dei cartellini. L’esempio significativo della mediocrità è stato a metà ripresa, quando Pavoletti è stato atterrato platealmente, ma il direttore di gara, a tre metri di distanza dall’episodio, ha fatto ampi gesti a significare che non ci fosse stato alcun fallo. Fortunatamente, richiamato dai colleghi al Var, prima di ammettere la svista e il grave sbaglio, è rimasto quasi 5 minuti a discutere con loro, prima di assegnare il rigore ai rossoblu. Ampiamente sotto la sufficienza.
Paolo Congiu
(admaioramedia.it)