Dopo la manifestazione cagliaritana di solidarietà a quella triste scena vista a Torino, dove una donna – rivelatasi in seguito una maestra – inveisce contro i poliziotti schierati, urlando loro “morite, mi fate schifo”, mi chiedo davvero quale sia il livello di istruzione in Italia.
In piazza, quella donna era sicuramente alterata (la bottiglia di birra brandita è un segnale inequivocabile), le telecamere e le macchine fotografiche hanno fatto il resto. La donna non ha fatto nulla di diverso da ciò che accade ogni giorno nelle nostre piazze. Lo sport preferito è offendere le ‘divise’, accusate di agevolare la propaganda fascista in un’epoca di totale assenza di fascismo. Si arriva quasi ad un gioco, ad una sfida, con due schieramenti contrapposti. Ma non è così. La Polizia è in piazza per tutelare il diritto di manifestare le proprie idee, che siano di centro, sinistra o destra. Che quella donna fosse una maestra ha scatenato sentimenti di solidarietà in altre colleghe, che invece dovrebbero indignarsi. Perché il mondo docente dovrebbe prendere le distanze da uno ‘schifo’ del genere, da manifestazioni di odio gratuito, di violenza verbale inaudita, di mancanza di rispetto totale nei confronti di uomini, padri, mariti, vicini di casa, magari genitori di un ragazzo, che dovrebbe ricevere insegnamenti e valori che siano l’esatto contrario di quelli esternati da quella donna urlante. Ciò detto, sono certo che la maggior parte degli insegnanti sia inorridita da quanto emerso, anche perché ne va della credibilità di tutta la categoria. La solidarietà va data a quel Carabiniere pestato a Piacenza, fagocitato da un branco di bestie assetate di sangue, a quei poliziotti colpiti da schegge e chiodi contenuti nelle bombe carta, ferite che non dovrebbero esserci e che sono frutto di una società malata che ha bisogno di nemici per scatenare la propria rabbia, la propria insofferenza.
Care professoresse – che considerate Lavinia Flavia Cassaro ‘una di voi’ e che chiedete il suo reintegro nel posto di lavoro – insegnate agli studenti i concetti di pace, rispetto, amore, elementi imprescindibili che dovrebbero essere alla base anche di quel mondo di sinistra che molti di voi amano e che tanto serve a farvi dare un tono rivoluzionario, sempre di moda. Il dissenso va manifestato con forza, ma mai e poi mai in maniera violenta o sconsiderata. Dostoevskij diceva che solo il rispetto di se stessi obbliga gli altri ad avere rispetto, lo ripeteva sempre la mia professoressa alle superiori e di certo lei non avrebbe solidarizzato con quella maestra di Torino.
Andy Capp
(admaioramedia.it)
4 Comments
Cesare Camboni
L’imbecillità non ha colore e geografia.
Marius Ioan Vasilescu
Invece ce l’ha e come….
Marius Ioan Vasilescu
…e se i brigatisti sono saliti in cattedra, i sessantottini ora diventati insegnanti dei nostri figli e nipoti perché non potrebbero farlo!???
Antonio Zolfino
Le idiozie, purtroppo, sono i frutti del 68, l’inizio della fine.