“Non è l'Europa ma il Governo italiano a dover autorizzare la Sardegna a commercializzare il porcetto sardo fuori dall'Isola, dunque a portarlo a Expo 2015, sulla base di precise garanzie da parte della Regione sul fatto che non esistono rischi di diffusione della malattia.” Lo ha precisato l'assessore della Sanità, Luigi Arru, commentando le dichiarazioni del ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, che, rispondendo ad un'interrogazione del deputato sardo Roberto Capelli (Centro democratico), aveva detto che di fatto è la Commissione europea con le sue regole restrittive a sbarrare la strada all'esportazione dei maialetti sardi.
"Già da settembre scorso abbiamo presentato un protocollo al Ministero per ottenere l’autorizzazione alla commercializzazione dei prodotti suini sottoposti alla termizzazione al di fuori della Sardegna – ha precisato Arru – I prodotti termizzati (cioè precotti a 80 gradi, nda) sono sani, sicuri e di ottima qualità. In questi giorni, la Regione sta lavorando in stretto contatto con il Ministero e con la Commissione europea, proprio per concordare le procedure che si dovranno attuare. Sono fiducioso sull'esito di questo lavoro e credo che il Ministero concederà la sua autorizzazione e il porcetto sardo sarà presente all'Expo di Milano. In ogni caso, siamo pronti a mettere in atto ogni misura necessaria a vincere questa battaglia, non c'è alcun motivo perché il Governo non ci autorizzi".
“Non abbiamo, come ha detto il ministro Lorenzin, 100mila capi allo stato brado da abbattere – ha concluso il titolare della Sanità – Il numero, secondo l’Osservatorio epidemiologico regionale, è circoscritto a circa 10mila capi irregolari, che nulla hanno a che fare con i prodotti termizzati che provengono da aziende certificate e controllate.”
Una precisazione è arrivata anche dall’assessore dell’Agricoltura, Elisabetta Falchi: “In Sardegna esistono 8mila aziende suinicole con standard di biosicurezza elevatissimi e certificati, riconosciuti dalla stessa Unione europea come allevamenti modello. E poi ci sono i maiali al pascolo brado. Si tratta di due realtà che non vanno assolutamente associate. Come aAssessorato abbiamo il dovere di tutelare le tante aziende che operano bene e nel rispetto delle regole, perché i porcetti che vorremo portare all’importante iniziativa milanese sono sani, e non allevati senza i necessari controlli sanitari, all’ombra di qualche bosco”. (red)
(admaioramedia.it)