Il presidente Pigliaru annuncia l’avvio dei progetti per favorire la mobilità elettrica in Sardegna: “650 stazioni di ricarica per sviluppare la mobilità elettrica in Sardegna”. Un bando da 15 milioni di euro per la Città metropolitana di Cagliari, la Rete metropolitana del Nord Sardegna e le aree di Olbia, Oristano e Nuoro, finanziato coi fondi previsti nel Patto per la Sardegna firmato due anni fa con l’allora premier Matteo Renzi.
Nel 2018, quando ancora per tutti i Sardi non c’è la possibilità di spostarsi agevolmente, specialmente nel centro Sardegna (basta chiedere ai sindaci della Barbagia), un altro progetto sempre a trazione ‘europea’, di quelli che “l’Europa ci dà i soldi per spenderli in questo modo”, sta per partire. Come già accade per le piste ciclabili – ormai realtà evidente di scarso utilizzo oltre che di privazione di aree utilizzabili per migliori fini, tra cui parcheggi per i veicoli, aree di carico e scarico, piazzole bus, specie nelle zone ad alto traffico e frequentazione – ecco un altro progetto che drenerà ingenti finanziamenti pubblici.
Ancora una volta, l’Europa decide come si devono utilizzare i soldi in Sardegna per progetti totalmente inutili ai Sardi, e che andrebbero classificati come sperpero di denaro pubblico. Ancora una volta, Pigliaru vuole mostrare una regione virtuosa e sottomessa ai diktat europei, che impongono progettualità totalmente sconnesse dalle realtà dei territori dove saranno implementate. Probabilmente in Sardegna non ci sono 650 veicoli elettrici da ricaricare, né ci saranno nel breve periodo. Le auto elettriche costano dai 20.000 ai 70.000 euro, e i corrispondenti modelli a trazione convenzionale, costano un terzo di tali cifre. In compenso, per chi potrà permettersi di acquistare auto elettriche, la Regione mette a disposizione migliaia di euro per installare la ricarica sotto casa, per chi ha un’auto normale, invece, non ci sarà neanche la soddisfazione di vedere le strade asfaltate.
Energhia
(admaioramedia.it)