Non nuovi a idee strampalate e assolutamente inattuabili con reale profitto, il Movimento 5 Stelle dice di aver concepito a Porto Torres una rivoluzione che ha un prende il nome di “reddito energetico”. Una rivisitazione del moto perpetuo che Max Planck, nei tempi odierni, definirebbe come “un regime di funzionamento di una macchina in cui viene creata energia in contraddizione con i principi dell’economia”.
Il progetto si basa su un fondo pubblico, ovviamente, che serve per finanziare l’installazione di impianti fotovoltaici sulle case dei cittadini, a partire da quelli con redditi più bassi, ma destinato gratuitamente a tutti. È un’iniziativa che secondo il M5S aiuterebbe a risparmiare sulle bollette, diffondere le energie rinnovabili e creare posti di lavoro. Dicono i proponenti: “Il pannello fotovoltaico produce energia anche quando viene usata e tutta l’energia in più viene ceduta alla rete. In questo modo si ricava un surplus che va ad alimentare il fondo di finanziamento pubblico, che, a sua volta, servirà ad acquistare nuovi impianti e aiutare nuove famiglie”.
Sembrerebbe con certezza che i proponenti del M5S non abbiano alcuna idea del fatto che attualmente non sia assolutamente conveniente produrre energia con impianti fotovoltaici per venderla in rete. Il valore dell’energia immessa da un impianto fotovoltaico è infatti dell’ordine di circa 5 c€ per kWh, e per un impianto da 3 kW, del costo di circa 6.000 euro, e che produce circa 3.600 kWh/anno, corrisponde a circa 180 euro all’anno di ricavi per l’energia immessa in rete in un intero anno. Ciò significherebbe recuperare l’investimento sull’impianto fotovoltaico in circa 33 anni, anche se, essendo soldi pubblici, i tempi di ritorno non hanno alcun interesse per chi realizza l’intervento.
Anziché continuare a investire soldi pubblici in progetti antieconomici, forse meglio farebbe Sean Wheeler, sindaco di Porto Torres, a farsi promotore di investimenti concretamente validi nel campo delle fonti rinnovabili e, soprattutto, a cominciare a preoccuparsi della situazione e delle prospettive dei lavoratori della centrale termoelettrica di Fiumesanto, perché quella è una delle poche realtà ancora in grado di creare e mantenere posti di lavoro nel vituperato, lavorativamente parlando, Nord Sardegna.
Energhia
(admaioramedia.it)