Mancano pochi giorni alla fine di una sonnacchiosa campagna elettorale: domenica 24 febbraio ci sarà il voto dei Sardi per eleggere il Presidente della Regione ed i 60 consiglieri regionali che lo accompagneranno nei prossimi cinque anni sui banchi dell’Aula di via Roma.
Finora, è difficile individuare un tema che abbia contribuito a dare vita ad un intenso dibattito tra i sette contendenti e tra i quasi 1.500 candidati nelle 24 liste che li sostengono. Neanche un argomento che abbia creato particolare attenzione da parte dell’elettorato. In effetti, se non ci avesse pensato Massimo Zedda, candidato governatore del centrosinistra, con la scelta del suo slogan elettorale, “Tutta un’altra storia”, per rimarcare la sua distanza dalla uscente Giunta Pigliaru e dai suoi assessori, e con alcune sue battute ‘dal sen fuggite’, più di un elettore si sarebbe assopito pensando agli imminenti ludi cartacei.
Proprio gli avversari e concorrenti politici non si sono fatti pregare nel ricordare che, viste alcune candidature di rilievo (quattro assessori e tanti consiglieri regionali uscenti), la coalizione Zedda è “sempre la solita storia”.
Proprio uno dei quattro è stato il bersaglio preferito del Sindaco di Cagliari, che lo ha maltrattato a più riprese. Quel Luigi Arru, assessore regionale della Sanità, che con l’approvazione della sua riforma della rete ospedaliera gli ha lasciato in eredità un bel ‘pacco’, tanto da costringerlo ad annunciare che, se eletto, cancellerà tutto ciò che il ‘suo’ centrosinistra ha fatto in tema sanitario (“Sono completamente contrario alla riforma sanitaria“). Arru passerà alla storia di queste elezioni regionali per essere stato candidato ‘a sua insaputa’ (di Zedda) nelle liste nuoresi del Partito democratico: “Gli avevo chiesto di fare un passo indietro, ma ha depositato la sua candidatura”, ha detto imbarazzato l’aspirante governatore.
Parole crudeli contro l’Assessore (“Difficilmente verrà eletto. Se lo sarà, non finirà mai in Commissione sanità. Credo proprio che lui di sanità non se ne debba occupare mai più”) che hanno anche determinato la risentita reazione dei ‘sostenitori’ del medico nuorese: “Gli chiediamo rispetto per il candidato Arru e per noi sostenitori, anche perché lui è corretto nel sostenere Zedda”.
La marcata provenienza geografica del candidato del centrosinistra è stata fin troppo evidente in un discorso sulle perdite idriche: “Non perdono i bacini, cioè le dighe non sono forate… Noi non abbiamo perdita d’acqua dalla diga, come si vede nei film dei disastri… con grandi effetti. No, abbiamo la perdita dalla diga al grifone di casa, giusto per dirla alla cagliaritana”.
L’avventato termine ‘grifone’ (cioè, rubinetto) ha, quindi, scatenato sopratutto la fantasia degli elettori del Cagliaritano, che non hanno perso la ghiotta occasione per evidenziare il linguaggio ‘ruspante’ dell’aspirante governatore.
Fino ad attualizzarlo in occasione della protesta dei pastori per il prezzo del latte.
Un’altra citazione ha esposto Zedda al pubblico ludibrio, quando, durante un’intervista sul turismo, nel descrivere il ruolo della Sardegna nelle grandi civiltà del passato, in piena enfasi storica, è scivolato su una clamorosa ‘buccia di banana’ ed ha affiancato l’Isola al “sistema della Magna Grecia”, insieme “alla civiltà nuragica, a quella romana, a quella fenicio punica”.
Inevitabili rischi di una campagna elettorale fortemente incentrata sul distinguersi dall’azione della Giunta Pigliaru, sostenuta per cinque anni dalla stessa coalizione (tranne il Partito dei Sardi, che il 24 febbraio correrà da solo) che dovrebbe portarlo nelle stanze di Villa Devoto, piuttosto che su temi concreti per i prossimi cinque anni. Che questo fosse l’obiettivo principale era apparso chiaro sin dalla scelta del suo slogan. “Tutta un’altra storia”, infatti, rappresenta una netta presa di distanza dal presidente Pigliaru, dai suoi assessori e dalla loro azione di governo. Ma frequentazioni e storia politica (in troppe occasioni si è parlato di un’imminente adesione del sindaco Zedda al Pd, poi mai avvenuta per l’improvviso crollo dell’era Renzi) non si possono certo archiviare con un semplice slogan.
Dulcis in fundo, a strappare un sorriso ci ha pensato l’involontaria comicità del sindaco di Uta, Giacomo Porcu, che ha aperto uno spiraglio sui metodi utilizzati per selezionare il candidato governatore del centrosinistra: “All’interno di una coalizione… che possa amministrare bene la Sardegna, abbiamo fatto la cosa più banale, ci si è riuniti, abbiamo parlato ci siamo guardati in faccia… e abbiamo capito chi potesse dare quelle risposte. Alla terza birra è venuto fuori…”.
Il sindaco Zedda sarà pure un politico spiritoso, che sovente arricchisce i suoi discorsi con battute e freddure, ma dall’espressione del suo volto è facile intuire che, in questa occasione, la spiritosaggine del collega primo cittadino non gli sia piaciuta granché. Avrebbe certamente preferito ‘tutta un’altra storia’…
Fabio Meloni
(sardegna.admaioramedia.it)