La colonna sonora della propiziatoria danza al buio de’ noantri già ci sarebbe: “Dancing in the dark” di Bruce Springsteen. Perché in fondo, a pensarci bene, Mr. Tiscali alias Renato Soru, a muoversi in condizioni di scarsa visibilità è abituato, anche se il terreno di gioco sono un centrosinistra e una galassia dem mai nebulosi e fallimentari come ora.
Una rinnovata pagina Facebook con tanto di impronta tradizionale e sottotitoli ai video, settimane di incontri con i fedelissimi, tavoli tematici in lungo e in largo per l’isola (l’ultimo lunedì a Nuoro per parlare di cultura): insomma, i presupposti per pensare che l’ex Governatore si stia preparando, a dire nuovamente la sua, in vista delle prossime elezioni regionali, ci sono tutti e non giungono solamente dalle voci di corridoio che si fanno sempre più assordanti. L’aria di Bruxelles e Strasburgo, all’Europarlamentare di Sanluri, risulta difatti rarefatta, come testimoniano le scarse presenze in aula e alle attività nelle commissioni, ugualmente mal sopiti gli attriti all’interno del partito. Da qui, la necessità di ricostruire in patria, anche dopo la recente sconfitta di Francesco Sanna, alla guida della segreteria Pd, la corrente soriana, ma soprattutto intralciare Massimo Zedda, finora favorito come candidato di coalizione, con il beneplacito di Renzi.
Pazienza, se nel 2011, in occasione delle Comunali cagliaritane, il sito “Sardegna democratica”, affermava a dimostrare l’affinità fra i due: “Zedda? E’ il candidato di Soru”. Oggi, la lontananza di vedute è notevole e non mancano le dichiarazioni pubbliche di Soru: “Il sindaco del capoluogo la smetta di ragionare come il pizzaiolo davanti all’ospedale civile”, accusandolo, nei giorni scorsi, di campanilismo sanitario contro Monserrato. E se con Pigliaru l’amore sembra non essere mai sbocciato, non si può dire che con gran parte della Giunta regionale sia stata luna di miele: dai trasporti alla dispersione scolastica, passando per la sanità fino a giungere alla legge urbanistica. Un continuo intervallarsi di stoccate che non sono passate inosservate. Così come non risultano invisibili, le risposte minimizzanti sui social, a chi lo accusa di una campagna elettorale anticipata.
Ma a stupire, sono i toni autonomistici con cui Soru parla ai potenziali elettori: uno scopo chiaro e preciso, con cui si mira, da un lato a rafforzare l’idea di un centrosinistra maggiormente identitario e dall’altro quello di sottrarre voti alle varie sigle che da Muroni a Devias, ma anche Arbau, gli eterni Oppi e Maninchedda, si stanno delineando. Tra i benpensanti, non si smette di interrogarsi su quali siano le reali intenzioni soriane. Sta il fatto, che non vi è alcuna intenzione di correre per un seggio a Roma: le noiose e sporadiche capatine nel Nord Europa, nonostante tutto, lo soddisfano meglio dei colli capitolini e a queste, come ha già annunciato alla stampa, rinuncerebbe solamente per “ben altro”.
“Nessuno è escluso”, specifica a chi gli domanda se i ronzii che alleggiano siano fondati, lasciando un misto di suspense che fa pensare, in contempo, anche ad un’inaspettata candidatura contro lo stesso Zedda. Per la sinistra defilata dal Pd, il Primo cittadino di via Roma d’altronde è un lontano compagno d’avventura, troppo vicino alle idee renziane. Lo spettacolo è iniziato, mettiamoci comodi perché l’intrattenimento si prospetta interessante.
Giorgio Ignazio Onano
(admaioramedia.it)
One Comment
Salvatore Cuboni
Zedda non è stupido e sa che un posto in Parlamento certo nel 2018 non si lascia per un posto incerto alla Regione!!!!!