Il presidente Solinas, a breve, potrà iniziare a governare. I suoi primi passi, coerentemente con quanto promesso in campagna elettorale, hanno interessato la sanità e la continuità territoriale, e, naturalmente non è mancato chi ha gridato subito allo scandalo, in primis i due ex presidenti della Regione e del Consiglio regionale.
Certo che Francesco Pigliaru (le sue uscite sembrano già da campagna elettorale per le Europee) e Gianfranco Ganau (pronto a rientrare in aula, mestamente sui banchi dell’opposizione) ne hanno di faccia tosta. E’ possibile che entrambi abbiano la memoria così corta? Più probabile che si tratti di ‘memoria selettiva’, infarcita di una dose di malafede ed aggravata dalla mancata digestione della pesante sconfitta. Innanzitutto, la ‘raccomandazione’ di Solinas, notificata ai direttori generali di Ats, Aou di Cagliari e Sassari, Areus ed Azienda Brotzu (“porre freno ad un’attività di straordinaria portata in materia di nomine, concorsi e gare intensificatasi nelle more dell’insediamento dei nuovi organi di governo a seguito delle recenti elezioni regionali”), è stata di continuare a svolgere esclusivamente le attività che rientrano nella normale amministrazione, non prefigurando alcun blocco delle aziende, così come paventato dai due ex presidenti, se non un chiaro stop di concorsi, bandi e soprattutto nomine ‘a pioggia’.
Il Governatore appena eletto è stato praticamente obbligato ad agire così per le troppe notizie in arrivo dalle direzioni delle Aziende sanitarie, oltre che in generale dagli uffici degli Assessorati regionali, che, imperterriti, anche ad urne chiuse ed a sconfitta del centrosinistra conclamata, hanno continuato ad agire secondo programmi dettati dall’agenda del precedente governo regionale: “Tali iniziative – ha scritto Solinas – rischiano di pregiudicare il percorso di riforma complessiva del sistema sanitario regionale al quale la nuova Autorità di Governo della Regione intende procedere in tempi brevi ed in ottemperanza ad un preciso pronunciamento popolare in occasione del voto del 24 febbraio, col quale ha vinto un programma di governo che aveva come primo punto proprio tale riforma”. L’asse Moirano/Arru, ad esempio, dopo anni di proclami a sostenere che in Sardegna ci fosse una pletora di primariati, dirigenti medici, infermieri e spreco di risorse, tanto sicuri da bloccare tutto, da sei mesi a questa parte, con una rapida inversione di tendenza, avevano invece iniziato a dispensare assunzioni e nomine.
Un piccolo tuffo nel passato sarà utile a rinfrescare la memoria: quale fu il primo atto del presidente Pigliaru? L’annullamento del Piano paesaggistico regionale deliberato dalla Giunta Cappellacci. Puff… cancellato in un attimo. E in sanità? Ancora peggio: l’assessore Arru trascorse i primi nove mesi del suo mandato denunciando l’inefficienza e, in alcuni casi, sembrava mettere in dubbio le capacità dei direttori generali in carica. Finché, la sua Direzione generale inviò una nota simile a quella attuale del presidente Solinas. Pretese le immediate dimissioni dei dg, che avvennero solo 10 mesi dopo con una nota di poche righe: un ‘licenziamento’ postdatato, privo di qualsiasi cenno di ringraziamento per il lavoro svolto, a firma del suo Direttore generale. Eppure, un minimo di stile e di correttezza non guasterebbe mai e non si dovrebbe negare ad alcuno. Il messaggio era chiaro: far capire, da subito e con arroganza, chi avrebbe comandato per i successivi cinque anni. Peraltro, in tutto quel periodo i dg non ebbero neanche un contatto diretto con Assessore e Direzione generale dell’Assessorato ed i rarissimi riscontri furono caratterizzati da una formula fotocopia: parere contrario, in attesa di una nuova organizzazione. In pratica, i direttori generali delle aziende sanitarie ed ospedaliere rimasero al loro posto fino a poco prima del Natale 2014 (primi 10 mesi di governo Pigliaru), ma la sanità, di fatto, risultò completamente bloccata.
Doctor House
(sardegna.admaioramedia.it)