Nelle intenzioni del sindaco di Decimoputzu, Ferruccio Collu, doveva essere una “marcia a sostegno e a favore delle servitù militari e dei poligoni militari”. Poi, dopo i distinguo di qualche collega sindaco, il tema è stato ammorbidito, trasformandola in un’assemblea pubblica per la tutela dei lavoratori della Base di Decimomannu. In prima fila con la fascia tricolore, i sindaci di Decimoputzu, Decimomannu, San Sperate, Villasor, Villaspeciosa, Vallermosa, Ussana e Perdasdefogu, al loro fianco alcuni sindacalisti ed i consiglieri regionali Stefano Tunis, Edoardo Tocco, Alberto Randazzo e Ignazio Locci di Forza Italia, Piero Comandini, Franco Sabatini del Pd e Paolo Truzzu di Fratelli d’Italia. A nome di tutti i colleghi consiglieri, ha preso la parola Tunis: “Siamo qui per rappresentare una maggioranza silenziosa che vuole ragionare con serenità e che vuole far valere le proprie ragioni, consapevole che ci siano esigenze da rappresentare. Prendiamo l’impegno di dire al presidente Pigliaru che ci sono ragioni che vanno oltre l’ideologia antimilitarista, e che non si deve essere per forza contro qualcosa. Se un altro sviluppo è possibile, allora dev’essere presentato e condiviso molto prima di rinunciare a quello che abbiamo in questo momento”.
“Le basi militari rappresentano un’opportunità unica per il territorio isolano – ha commentato Tocco – Uno dei presidi da difendere per scongiurare che si perdano altre buste paga con i dipendenti che sarebbero gli unici a pagare per la dismissione. Solo a Decimo gravitano oltre 1.700 dipendenti tra militari e civili, senza tralasciare l’indotto che si distribuisce tra Villasor, Decimoputzu e San Sperate. Non è un caso che davanti al complesso militare ci fossero anche i sindaci del territorio. Inoltre, la serrata di Decimomannu produrrebbe la chiusura del poligono di Perdasdefogu, con altri 1.300 lavoratori a rischio. Dobbiamo salvaguardare in tutti i modi il patrimonio di professionalità che si realizza nelle basi militari, con benefici per tutta la Sardegna.”
Truzzu ha raccolto e rilanciato l’appello dei primi cittadini dei territori che ospitano le basi militari, che già lo scorso 22 dicembre avevano votato un ordine del giorno comune per chiedere un incontro sul futuro economico dei territori: “Pigliaru li riceva per parlare dei progetti a sostegno di quelle comunità e delle strategie che la Regione intende porre in atto in difesa dei lavoratori. Oltre la retorica antimilitarista del ‘No Basi’ e ‘Basta esercitazioni’, dal palazzo della Regione non arriva alcuna proposta per i piccoli centri le cui economie ruotano intorno alle basi militari. E' scandaloso che Pigliaru non abbia ancora trovato il tempo per incontrare i sindaci e parlare di progetti di sviluppo alternativi. Solo vuote parole intrise di retorica antimilitarista e nessuna idea su un possibile sviluppo alternativo. Si vuole far credere che la maggior parte di chi in queste aree vive e lavora sia contro le basi e contro i militari e che chi è contro la presenza militare sia automaticamente un amico della Sardegna mentre chi è a favore di queste sia un nemico dell'Isola, ma non è così e basterebbe coinvolgere le popolazioni per rendersene conto”. FdI era presente con una delegazione di dirigenti guidati dal coordinatore regionale, Salvatore Deidda: “Siamo qui in difesa del lavoro e per dire basta alle campagna demagogiche, fini a se stesse, contro le Forze armate. Gli stessi partiti che qui manifestano contro, governano nelle altre regioni (Friuli, Puglia e Sicilia) che si stanno accaparrando i progetti di ricerca militare da centinaia di migliaia di milioni di euro”.
“Se realmente si desidera la riduzione dell'impatto prodotto dalle servitù militari nell’isola occorrono realismo e senso delle istituzioni – ha aggiunto Locci – Ma, purtroppo, la sinistra cerca la rissa su un tema che richiede molta serietà e conoscenza delle problematiche. Ogni volta che il Presidente Pigliaru si trova in difficoltà sbraita contro le servitù, come se fossero il problema della Sardegna. Tutto questo baccano strumentale serve solamente ad alimentare conflittualità tra le istituzioni: il Governatore dovrebbe vergognarsi. I pregiudizi di Pigliaru e di una certa sinistra non aiutano a fare un passo nella direzione della leale collaborazione di cui il Presidente della Giunta regionale si riempie la bocca”. (red)
(admaioramedia.it)
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