La settimana scorsa abbiamo assistito all’ennesima manifestazione di protesta organizzata alla Prefettura di Cagliari di viale Buoncammino da gruppi di migranti provenienti dai quasi 90 centri di accoglienza disseminati nella provincia omonima. Le rivendicazioni sono sempre le stesse: più cibo, più mobilità, più tutto… Quello che invece cambia è il tono della protesta, sempre più aggressivo.
Non è perciò raro che il personale della Prefettura e il poliziotto di guardia si vedano costretti a richiedere l’intervento di rinforzi dalla struttura a fianco che, come è noto, ospita oltre che il Compartimento e la Sezione della Polizia stradale, anche il XIII Reparto Mobile della Polizia di Stato “Sardegna”. Il fenomeno delle proteste sempre più forti da parti dei migranti in accoglienza deve sorprendere non solo per quanto già detto e per la sua aumentata frequenza, ma anche perché nella maggior parte dei casi si tratta di persone non ancora identificate (tutte le questure hanno un forte arretrato) che la nostra legislazione, come al solito iper garantista nei confronti dei singoli e mai della collettività, lascia libere di circolare liberamente su tutto il territorio nazionale in attesa che la domanda di asilo venga esaminata dall’apposita Commissione territoriale (anch’essa con forte arretrato).
Ormai arrivano in Italia e fanno domanda di asilo tutti indistintamente, anche gli immigrati provenienti da paesi come la Tunisia, l’Algeria o il Marocco, dove non c’è guerra e dove, fino a prova contraria, esistono condizioni di vita accettabili. Perché questo esodo? Semplice, perché conviene… e non poco. Acquistando la qualifica di “richiedente asilo” si ha la garanzia di essere accolti e nutriti gratis per anni dallo Stato italiano e anche quando questa non venisse accolta, si ha la garanzia di poter restare in Italia (tanto l’espulsione amministrativa che consegue al respingimento della richiesta di asilo rimane lettera morta) a campare alla bell’e meglio, talvolta in percorsi di illegalità. Gli immigrati, anche quelli inizialmente più timorosi e rispettosi, avvertono questa atmosfera ‘leggera’, di indisciplina diffusa, di buonismo e non tardano ad adeguarsi e ad approfittarne. Oggi assistiamo alle proteste in Prefettura, ma è assai probabile che domani, anche in Sardegna, le proteste si sposteranno anche nelle vie e nelle piazze (senza dimenticare che i blocchi stradali sono già stati attuati).
Controverso
(admaioramedia.it)
One Comment
Bobo Raffo
Ma non arrivano da una guerra? Che prese per il culo!