Anche dalla Sardegna si levano tante voci contrarie al trattato di libero scambio tra Unione europea e Canada, il famigerato Ceta (Comprehensive economic and trade agreement): passaporto per le imitazioni di tante eccellenze agroalimentari italiane, spalancando le porte all’invasione di grano duro e di carne a dazio zero. Mentre a Roma migliaia di allevatori, agricoltori, consumatori, sindacalisti ed ambientalisti hanno manifestato in piazza Montecitorio per chiedere al Parlamento di non ratificare l’accordo, i politici regionali hanno fatto sentire il loro dissenso.
“Danneggia i nostri interessi nazionali e può creare problemi anche alla nostra Sardegna – ha commentato il deputato di Fratelli d’Italia, Bruno Murgia, presente alla manifestazione romana –Si muova la Regione a tutela dei nostri prodotti di qualità. Il trattato legittima la pirateria alimentare a danno dei prodotti italiani, apre le porte all’Italian sounding, le imitazioni dei nostri prodotti agro-alimentari ed enogastronimici: ben 250 denominazioni di origine (Dop/Igp) non godranno di alcuna tutela. Potremmo avere presto nelle nostre tavole il parmesan piuttosto che il parmigiano, di cui il trattato permette la commercializzazione”.
“Abbiamo il diritto di sapere cosa stiamo mangiando – ha aggiunto Murgia – La contraffazione, la falsificazione e l’imitazione del Made in Italy alimentare nel mondo ha superato il fatturato di 60 miliardi di euro. Il governo italiano, invece, ha deciso di accettare il via libera alle imitazioni che sfruttano i nomi delle tipicità nazionali, dall’Asiago alla Fontina, fino al Parmigiano, tradotto e commercializzato come Parmesan. L’agropirateria danneggia il consumatore e l’intero Sistema Paese”.
Fratelli d’Italia intende portare l’argomento in Consiglio regionale, dove si sono già mobilitati i consiglieri di Articolo 1-Sdp, Daniele Cocco, Eugenio Lai, Luca Pizzuto e Paolo Zedda: “Interverremo con iniziative adeguate presso il presidente della Giunta e l’assessore dell’Agricoltura per cambiare questo accordo che, a nostro giudizio, danneggia gravemente le produzioni sarde. Il Trattato determina conseguenze pesanti per i prodotti identitari, tradizionali e di qualità come quelli sardi, che potrebbero essere confezionati altrove e perfino ‘taroccati’ in nome della libertà del commercio. Parliamo del ‘cuore’ della nostra economia: di grano duro, la cui produzione in Sardegna è già in caduta libera proprio per la politica di prezzo molto aggressiva del Canada, di formaggi e di carni”.
Anche il Pd, per iniziativa di Daniela Forma, ha già predisposto una mozione (firmata da tutto il gruppo) da presentare in Consiglio regionale sulla ratifica da parte del Governo dell’Accordo Ceta: “Si è acceso un ampio dibattito – ha spiegato la Consigliera Pd – anche sulle ripercussioni negative e sulla esigenza di promuovere una discussione articolata coinvolgendo le parti sociali e tutti i portatori di interesse dei settori toccati dalle nuove disposizioni. Si teme una sottovalutazione dell’impatto che produrrebbe sull’agroalimentare italiano, sulla sicurezza alimentare, sull’ingresso nel continente europeo di Ogm e di prodotti trattati con principi attivi da noi proibiti, sull’indebolimento delle nostre piccole imprese con conseguente perdita occupazionale”. (red)
(admaioramedia.it)