Siamo totalmente contrari alla quasi certa possibilità che il vecchio carcere di Macomer venga trasformato in Centro regionale di Permanenza per i Rimpatri dei migranti (Cpr). La struttura, un tempo ospitante quasi 100 detenuti, è stata inspiegabilmente chiusa un paio di anni fa dalla miopia del Ministero di Grazia e Giustizia, e da allora è stata abbandonata.
Tra i danni dell’incuria e il dover riadattare i locali al nuovo uso occorreranno pertanto decine di migliaia di euro dei contribuenti per trasformare il carcere in centro per il rimpatrio. Oltretutto, Macomer è al centro della Sardegna, paradossalmente in questo caso più lontano da porti ed aeroporti rispetto ad altre realtà, ne consegue che il trasferimento dei migranti dai luoghi di arrivo e sbarco, quasi totalmente il Sud dell’Isola, sarà estremamente oneroso per il Ministero dell’Interno. Alle questioni economiche vanno aggiunte le non secondarie problematiche relative alla sicurezza: il carcere ospitava quasi un centinaio di detenuti, cifra che non si discosta dal numero di migranti previsto per ogni Cpr; la struttura si trova a due passi dalla zona industriale artigianale di Bonu Trau, a poche centinaia di metri dai quartieri residenziali e dalla scuola elementare di Sertinu. Pertanto un’eventuale fuga dal Centro di migranti in procinto di essere espulsi, persone disposte a tutto per evitare il rimpatrio, metterebbe a rischio la sicurezza dei cittadini e delle attività presenti in zona. Sicurezza che non può certo essere garantita, visti i numeri in questione, dalle forze dell’ordine locali, che svolgono encomiabilmente il loro lavoro nonostante gli organici ridotti all’osso.
La scelta del carcere cittadino è totalmente scellerata e pericolosa per l’ordine pubblico e la sicurezza dei cittadini. Il sindaco Succu, che in passato aveva espresso la sua contrarietà ad una simile decisione, sembra purtroppo aver cambiato idea, forse anche a seguito degli ‘ordini di scuderia’ arrivati dalla Giunta regionale amica, guidata da Pigliaru e sostenuta da Pd e Partito dei Sardi. Dovrebbe pertanto chiarire la sua posizione, ricordando che si è sempre detto contrario alla creazione di soluzioni ‘ghetto’ in Città. In qualità di Presidente dell’Unione dei Comuni del Marghine, dovrebbe poi spiegare come mai siano saltate le garanzie previste dall’adesione al sistema di accoglienza Sprar, e quali conseguenze deriveranno dalla mancata adesione dei comuni di Lei e delle probabili defezioni di Dualchi, Noragugume e Bolotana. Il rischio è che Macomer si debba anche far carico dell’accoglienza delle quote previste per quei comuni del circondario.
La gestione del problema immigrazione a livello locale si è rivelata totalmente inadeguata ancora prima degli arrivi, e l’idea di ripopolare i nostri territori con questi presunti profughi è deleteria. La Giunta Succu, ormai in scadenza di mandato, non può lasciare in eredità una simile mina per l’ordine pubblico e la sicurezza: ad oggi la nostra Città rischia di ritrovarsi con il Centro di Rimpatrio, con i richiedenti asilo e profughi del sistema di accoglienza Sprar e con la minaccia, ancora attuale, della creazione di un centro di accoglienza privato nei locali dell’ex Motel Agip. Queste decisioni prese nelle stanze del potere, calate dall’alto senza nessun confronto con il territorio sono inaccettabili e vanno respinte con forza. Riteniamo che siano maturi i tempi per l’indizione di un referendum consultivo comunale, affinchè i macomeresi possano decidere in maniera sovrana e democratica del loro futuro, esprimendo la loro adesione o contrarietà all’accoglienza.
Gabriele Mura – Coordinatore cittadino Forza Italia Giovani Macomer
(admaioramedia.it)