Anni fa, ebbi modo di conoscere un grande scienziato, uno degli uomini più illustri nel panorama internazionale, un grande studioso, ma anche un grande credente. Era riuscito a far convivere la scienza con la fede, in un tutt’uno con la sua persona, e lottava contro le più grandi emergenze mondiali, forte di questo assioma.
Aveva posto la Mistificazione al primo posto della sua classifica, e a chi pensava invece che in cima ci fossero i cambiamenti climatici, o il disarmo nucleare, questo appariva incomprensibile. La mistificazione dunque, cioè l’alterazione deliberatamente voluta della verità, alla base di ogni azione o atto della nostra vita quotidiana. Aveva ragione. A tal punto si è giunti, che quando qualcuno racconta fatti reali o situazione concrete insorge improvviso il popolo della Mistificazione, guidato dal pensiero unico dominante a prendere le distanze dal promulgatore della verità.
È accaduto in questi giorni ad un uomo probo, un sacerdote sardo conosciuto per la sua disponibilità, don Francesco Mariani che vive quotidianamente le difficoltà dei suoi fratelli. Ha avuto l’ardire di raccontare cosa avviene fuori dalla sua Chiesa, a Nuoro, tra questuanti e zingari, dove l’accattonaggio regna, palesando un disagio immenso in una terra abbandonata dalle Istituzioni. Non va bene che si racconti la verità, che spesso il disagio incontra il malaffare, che lo Stato chiuda gli occhi davanti alla gestione allegra dei migranti ospiti sull’Isola.
L’affronto maggiore poi sembra dato proprio dal ruolo di chi fa la denuncia, da quell’uomo di fede che non avrebbe dovuto denunciare in quell’articolo quella verità scomoda. Avrebbe dovuto fare anch’egli, esercizio di Mistificazione, al limite tacere per la buona pace di tutti. Cosa importa se la sua vita è stata votata alla fede e al servizio del prossimo, anche di quelli che questuano fuori dalle chiese. Certi argomenti non si devono trattare, meglio tacere… Silenzio! Io sto con don Mariani .
Biancamaria Balata
(admaioramedia.it)