Sono accusati di aver favorito illecitamente, abusando della loro qualifica e gestendo ingenti somme di denaro pubblico, alcuni imprenditori nell’ambito delle procedure di acquisizione di un immobile da destinare ad uffici dell’Azienda sanitaria locale di Carbonia. L’ipotesi è che i due dirigenti della Asl 7 avrebbero sovrastimato il prezzo dell’immobile da acquistare, a carico del bilancio dell’ente pubblico, con un incremento del 30% rispetto al valore reale di mercato, conseguendo un indebito arricchimento e cagionando un’ingente danno all’erario, valutato in circa 1 milione di euro. Perciò, sono accusati di peculato, in concorso con quattro amministratori di una società operante nella provincia di Cagliari.
In base alle accuse, il Nucleo di Polizia tributaria di Cagliari ha eseguito nei loro confronti due provvedimenti di sequestro preventivo finalizzato alla confisca di disponibilità finanziarie, beni mobili ed immobili, per circa 2 milioni di euro, disposti dalla competente Autorità giudiziaria: un fabbricato, 6 terreni e 12 rapporti di natura finanziaria, tra conti correnti e titoli.
Inoltre, la vendita dell’immobile aveva fatto maturare in capo alla società cedente una rilevante plusvalenza che non era stata evidenziata nella dichiarazione dei redditi, con una sottrazione all’imposizione diretta valutata in oltre 3 milioni di euro, perciò gli imprenditori sono stati denunciati anche per dichiarazione infedele. Sempre in ambito fiscale, durante i controlli è stata accertata anche la dichiarazione fraudolenta, mediante utilizzo di fatture per operazioni inesistenti, correlate ad una fittizia sponsorizzazione di un’associazione sportiva dilettantistica di Carbonia. (red)
(admaioramedia.it)
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Nursar70
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