Il calcio sardo piange la scomparsa di Gustavo Giagnoni, allenatore del Cagliari negli anni Ottanta nonché di club prestigiosi come Milan, Torino, Roma e Bologna. Un allenatore genuino, senza compromessi e peli sulla lingua. Aveva 86 anni.
Mediano. Nato a Olbia il 23 marzo 1932, Giagnoni comincia a giocare a calcio nella squadra della sua città natale nei primi anni Cinquanta. Un’onesta carriera che lo vede protagonista anche in Serie A nel decennio seguente con la maglia del Mantova. Con il sodalizio lombardo disputa quasi 300 partite in due distinti periodi, iniziando proprio a Mantova la parabola di allenatore dopo il ritiro nel 1968.
Il colbacco. L’inizio avviene nelle giovanili, poi approda in prima squadra. Raccoglie ottimi risultati centrando in serie una salvezza, un quarto posto e la promozione in A nel 1971. Il presidente del Torino Orfeo Pianelli gli affida la panchina dei granata per un triennio, dove Giagnoni centra come miglior risultato il quarto posto alla prima stagione. Passa poi con alterne fortune al Milan (1974-76) e alla Roma (1977-79), non riuscendo ad evitare la retrocessione con il Pescara nel 1979-80. L’allenatore olbiese viene ricordato ancora oggi per il famoso colbacco (regalatogli da un amico mantovano), copricapo che spesso indossava a bordo campo, oltre che per il carattere forte e la spiccata personalità. Clamoroso il pugno sferrato a Causio in un derby torinese contro la Juventus: il “Barone” lo sbeffeggiò e fu colpito da Giagnoni che venne espulso. Un episodio che lo ha fatto entrare nel cuore dei tifosi granata.
Cagliari. Arriva per la prima volta alla guida del Cagliari nel campionato 1982-83, rivelatosi poi deludente e chiuso con la caduta in cadetteria. Quella è anche la stagione dell’uruguaiano Victorino, arrivato con grandi referenze e rivelatosi invece un “bidone”. Memorabile il racconto sul giocatore da parte di Giagnoni: “Andammo a disputare un’amichevole infrasettimanale ad Iglesias. A un certo punto, il pallone attraversò l’area di rigore avversaria, c’era solo da accompagnarlo in rete. Victorino invece lo calciò clamorosamente fuori: da quel momento decisi di non farlo più giocare“. Giagnoni ritorna sulla panchina rossoblu in B nel 1985-86, agguantando la salvezza dopo essere subentrato a Ulivieri. L’anno seguente conquistò l’accesso alla storica semifinale di Coppa Italia contro il Napoli, dopo aver eliminato la Juventus nei quarti. Rimase qualche anno lontano dai campi, poi gli fu offerta la chance di rientrare dalla Cremonese: l’olbiese conquistò subito la promozione in Serie A, disputando l’ultima stagione della carriera nel 1991-92 (chiusa con la retrocessione). Prima di ritirarsi a vita privata, l’incarico come direttore tecnico nel “suo” Mantova. Nella città lombarda che lo aveva adottato è scomparso questa mattina, all’età di 86 anni. Gustavo Giagnoni era già passato agli annali tra i migliori esponenti sardi nella storia del calcio italiano.
Fabio Ornano
(admaioramedia.it)