Va bene, mi arrendo! Dopo aver assistito anche alla partita interna con il Latina, mi sono convinto di almeno 10 cose.
1) Mai come quest’anno bisogna badare al sodo, cioè al risultato. Pretendere pure il bel gioco, in serie B non è cosa facile perché trovi qualche avversario dotato di tecnica ma la maggior parte sono dei fabbri. Esattamente come in passato, forse in maniera meno evidente.
2) Il Cagliari può amministrare le partite giusto per qualche minuto. Alla lunga, quella serie infinita di passaggi per linee orizzontali non solo diventa noiosa ma fa calare il ritmo agli stessi rossoblù, che alla fine si fanno sopraffare dalla carica agonistica degli avversari di turno. Buon per noi che, anche stavolta, la squadra di Rastelli sia riuscita a raddrizzare il risultato e conquistare l’intera posta in palio, ma il Latina – squadra di non eccelsa caratura – ha fatto correre troppi rischi ai padroni di casa.
3) Non capisco perché Rastelli si ostini a far giocare Capuano (e non Krajnc) e Murru (e non Pisacane), concedendo così agli avversari troppe occasioni da rete e numerose opportunità di cross dalla sinistra. Viceversa, bisogna fare i complimenti a Balzano e Salamon: danno grande sicurezza, anche se non hanno piedi sopraffini quando si tratta di sganciarsi e dettare il passaggio oltre la metà campo.
4) Ultimamente Deiola è finito in panchina con una certa frequenza. Ma come, non era lui la vera sorpresa di questa prima parte della stagione rossoblù? La sua verve e la spinta dietro le punte davano maggiori chance in attacco, senza intaccare il rendimento in fase di copertura.
5) Stavolta non si può dire che il caldo abbia stroncato le gambe dei giocatori, eppure molti rossoblù avevano la lingua penzolante dalla fatica ben prima del triplice fischio. Non si può nemmeno dire che abbiano corso per novanta minuti, perché così non è stato: qualcuno ha passeggiato per il campo, permettendo al Latina di avanzare il baricentro di trenta metri. La gara si sarebbe potuta chiudere prima, se si fosse tenuto alto il ritmo.
6) Il manipolo di teppisti che continua a farla da padrone in curva Nord conferma ciò che abbiamo detto e scritto in tante altre occasioni: sono personaggi tristissimi che non amano il Cagliari, e neppure il calcio, ma soltanto se stessi. Cori di dileggio contro tutto l’universo (il presidente Giulini, le forze di polizia, la stampa isolana, i tifosi sardi degli altri settori, i tifosi avversari, i ‘tesserati’: mancano soltanto i raccattapalle…). Non possono più apostrofare il questore Dispenza soltanto perché ora lavora altrove. A questi pseudotifosi, che hanno il coraggio di autocelebrarsi (“Il Cagliari siamo noi, ma chi c…o siete voi?”), delle sorti del Cagliari interessa poco. A loro brucia, semmai, non godere più dell’appoggio incondizionato della società, come accadeva in passato. E anche i punti di riferimento della squadra, i veterani degli anni passati, sono andati via. Resta soltanto Dessena, che non a caso è considerato un loro pupillo. Che pena!
7) Serie B significa che tutto il complesso, arbitri compresi, è di un livello mediamente inferiore rispetto alla serie A. Prendiamone atto e facciamocene una ragione, se non vogliamo rovinarci la salute. Ma non tutte le interpretazioni contrarie vanno lette come una congiura nei confronti del Cagliari: qualche radiocronista-tifoso dovrebbe capirlo e decidersi, finalmente, di essere un po’ più equilibrato nello svolgimento del suo lavoro. Perlomeno sino a quando continuerà a rinnovare la tessera dell’Ordine dei giornalisti.
8) Sarebbe bello addormentarsi, stanotte, e risvegliarsi direttamente all’ultima giornata di campionato conservando la classifica odierna. Il primo posto è il sogno di tutti i veri tifosi sardi. Ma la realtà ci dice che il campionato di serie B è lungo, logorante e ricco di insidie. Essere partiti con i favori di tutti i pronostici non aiuta a scendere in campo sereni, perché si avverte la pressione di chi deve vincere a tutti i costi, o quasi. Ecco, Rastelli dovrà essere bravo a gestire soprattutto questo aspetto piuttosto che la disposizione tattica. Speriamo bene.
9) Il presidente Giulini e il Sindaco di Quartu Sant’Elena stanno cercando di trovare un accordo per disputare le partite interne a Is Arenas (dalla prima partita del girone di ritorno?), in modo da chiudere il cerchio con la Giunta comunale di Cagliari e costruire il nuovo stadio. Il Sant’Elia, ormai, è un esempio di desolazione e scomodità.
10) C’è da augurarsi che la società rossoblù paghi una trasferta su un campo di serie A al suo speaker, preso in prestito da un’emittente radiofonica locale ma incapace di leggere le formazioni, in particolare quella del Cagliari. Sembra catapultato da un altro pianeta, oppure semplicemente da un’era geologica ormai lontana anni luce. È vero, siamo in serie B, ma non siamo neppure gli ultimi arrivati. Per favore, ditegli di ‘studiare’.
Arrogutottu
(admaioramedia.it)
3 Comments
Massimo Ibba
Si concordo. ..meglio i 3 punti..per il bel gioco c’è tempo e nn sempre paga.
Gianfranco Sardara
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Stefania Carta
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