Una rete dopo pochi minuti dall’ingresso in campo: si trattava della prima volta in cui indossava la maglia del Cagliari al Sant’Elia, in seguito al debutto storico in Serie A a Palermo. Ma Han Kwang-Song, diciottenne attaccante nordcoreano, ha fatto ancora meglio domenica scorsa. Ovvero, risvegliare l’affetto dei tifosi per un beniamino rossoblu nonostante la sconfitta.
Tutto in fretta. Negli ultimi mesi si è parlato tantissimo della sua storia, così particolare e che nasce da lontano. Han si era dapprima aggregato alla prima squadra, suscitando il consenso della dirigenza, di Mister Rastelli e compagni di squadra. Secondo i consolidati meccanismi del calcio mondiale la Corea del Nord è ai margini del movimento calcistico internazionale, non ha mai prodotto un solo campione capace di destreggiarsi nel competitivo contesto europeo. Chissà che Cagliari non veda trasformare questo ragazzo da promessa in giocatore vero, facendogli magari fare un po’ di esperienza già in questo finale di stagione. Han ha anche avuto la strada spianata per un veloce inserimento in prima squadra: fermo restando che le sue qualità siano indubbie, ha potuto approfittare della situazione offensiva attuale. Melchiorri out fino alla prossima stagione, Farias rientrato da pochissimo, con Borriello-Sau a tirare la carretta da inizio campionato, senza contare la vicenda Ibarbo e la partenza di Giannetti. La spinta decisiva per proiettare questo ragazzo con i grandi è arrivata dal Torneo di Viareggio e quel bellissimo gol in rovesciata al debutto. Insomma: Han è arrivato in Sardegna per provare a fare la storia e ci sta riuscendo. L’importante è trovare la ricetta giusta affinché questo talento non si bruci.
La storia. Quando Han arrivò ad Asseminello c’era quasi un alone di mistero a circondare la sua vicenda: a parte qualche filmato visto sul web con la Nazionale giovanile nordcoreana, le informazioni su di lui erano solo parziali. Rastelli lo descrisse come attaccante dalle caratteristiche simili a quelle di Marco Sau e ciò aggiunse ulteriore curiosità nei suoi confronti. Alcune prove con la Primavera confermarono che la società aveva visto giusto, il Mister campano lo aggregò quasi subito alla prima squadra. Palermo-Cagliari di due settimane fa ha visto il suo storico esordio nel campionato italiano: il primo nordcoreano a riuscirci, unico asiatico nella quasi centenaria storia rossoblu. Domenica scorsa si è alzato dalla panchina e ha saggiato l’erba del Sant’Elia finalmente tra i 22 protagonisti, entrando al minuto 81 al posto di Sau. Poi quel cross di Farias a centro area e l’avvitamento di testa che ha beffato il portiere del Torino al 95°. Non l’ultimo arrivato, bensì il numero 1 della Nazionale inglese Joe Hart. Pazienza se il gol del 2-3 sia arrivato quasi sul triplice fischio di Rocchi: il Sant’Elia è esploso di felicità per questo giovane asiatico, coccolato dai navigati compagni di squadra. Nella conferenza stampa post gara, Nicola Murru ha manifestato la propria sincera gioia per il gol di Han, lodando il compagno su tutta la linea sul lato calcistico e umano.
Imbarazzo. E poi…è comparso proprio lui dalla porta d’ingresso della sala. Un momento che francamente ha colto di sorpresa i presenti. Han si è accomodato sulla poltrona rossoblu che quasi sembrava fagocitarlo. Viso pulito, ciuffo di capelli lisci inclinato e reso perfetto dalla brillantina, sguardo smarrito. Tutti i presenti hanno capito subito che sarebbe stato complicatissimo riuscire a comunicare con lui: Han non parla l’inglese, mastica solo alcune parole di italiano. Fa tenerezza: sembra sia stato catapultato in questo mondo con il paracadute, pochi attimi prima. In modo molto impacciato e sconnesso, dice: “Sono molto felice per il mio gol. Ho abbracciato subito Bruno Alves? Nessun motivo particolare, è stato solo il primo che ho incontrato. Ringrazio Mister Rastelli“. La scena più bella si è verificata appena fuori i cancelli dello stadio Sant’Elia qualche minuto dopo. Il ragazzo si è tuffato nell’affetto di numerosi tifosi del Cagliari che desideravano una foto con lui: dalla signora anziana al ragazzino, dal papà al bimbo in tenera età. Non nego che anche al cronista che scrive sia balenata l’idea di immortalare quella giornata con Han Kwang-Song. Però, la voglia di non vessare ulteriormente un ragazzo di 18 anni sorridente ma imbarazzato, ha avuto la meglio. Umano rispetto.
Alla prossima, giovane.
Fabio Ornano
(admaioramedia.it)